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L’appello di Calabrese (Unai): “Il prossimo Dpcm chiarisca che gli studi condominiali devono restare aperti”

  • Quotidiano Del Condominio
  • 7 aprile 2020

Un appello alla Commissione Parlamentare Industria, Commercio e Turismo, affinché nel prossimo DPCM venga esplicitato chiaramente che gli studi di amministrazione condominiale sono tra le attività autorizzate a restare aperte.

A presentarlo, il presidente di Unai, Rosario Calabrese (in foto). Riportiamo di seguito un estratto della sua istanza.

Le richieste dell’UNAI

Siamo grati al Governo per aver inserito, sul sito della Presidenza del Consiglio, tra le Faq, il riconoscimento che gli studi di amministratore condominio possono rimanere aperti, ma indubbiamente non è sufficiente. Occorre che, nel prossimo decreto emanando, nell’elenco delle attività autorizzate a restare operative sia incluso anche il Codice Ateco 683200.

 

Fatto salvo il rispetto di tutte le cautele e le accortezze sancite dai vari DPCM per quanto attiene i rapporti interpersonali e il contenimento del coronavirus, tale codice, che individua gli studi di amministrazione condominiale occorre che sia espressamente indicato, onde consentire il funzionamento della vita condominiale e fugare i dubbi e le incertezze, avanzate dai più, a riguardo.

 

Mi corre l’obbligo di ricordare che la stragrande maggioranza degli italiani vive in condominio e che l’unico garante della vita condominiale, in grado di far funzionare i servizi condominiali e quindi garantire una vita decorosa delle persone e anche la sicurezza per chi resta in casa, è l’amministratore di condominio.

 

Nella filosofia del #IoRestoACasa ci sono alcune domande inespresse cui occorre dare risposta:

  • Quale Casa? Quella dove abitiamo.
  • Dove? Nel condominio, ovvio.

Di conseguenza non possono fermarsi gli studi di amministrazione condominiale dovendo garantire la reale fruibilità del diritto costituzionale alla casa, ma anche e soprattutto perché nell’allegato al DPCM 22.03.2020, alla riga 94 della elencazione, fra le attività autorizzate a restare operative troviamo “attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali”.

 

Chiediamo quindi che nel prossimo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri si tenga conto che l’imperativo #RestiamoACasa significa “restiamo in condominio” e si dia all’amministratore di condominio la possibilità di far sì che i condòmini possano fruire appieno dei servizi condominiali, garantiti da uno studio professionale funzionante.

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  • amministratore di condominio
  • condominio
  • Rosario Calabrese
  • studi amministrazione condominiale
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