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Boom del telelavoro. Alle aziende piace e ci guadagnano. Ma il mercato degli uffici ne risente

  • Quotidiano Del Condominio
  • 9 giugno 2020

[A cura di: Alessandro De Pasquale – vicepresidente nazionale vicario ANAIP – nazionale.anaip.it] L’attuale emergenza Covid-19 ha dato il colpo di grazia al mercato immobiliare non residenziale, già stagnante da anni; questo è quello che emerge dall’ultimo Rapporto Immobiliare 2020, pubblicato dall’osservatorio nazionale immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.

Il mercato immobiliare già in crisi da anni ha generato un calo delle quotazioni degli immobili non residenziali, nonostante un lievissimo aumento delle compravendite in alcune aree del paese.

Il trend negativo è destinato ad aumentare notevolmente per il 2020 in riferimento agli immobili non residenziali, dove le previsioni stimano un’ulteriore flessione a due cifre percentuali.

La crisi degli uffici

Le tipologie di edifici che hanno risentito di più del lockdown sono stati uffici e negozi. Nella vita degli italiani si è svegliata un’innata attitudine ad acquisti online ed al telelavoro, che hanno immediatamente cambiato il modo di vivere.

Camminando per le molte città italiane possiamo notare come molte attività commerciali non hanno riaperto e come molti lavoratori, ma soprattutto le aziende, prediligano il telelavoro.

Proprio le aziende che hanno prediletto il telelavoro per i propri dipendenti sono quelle che stanno ottenendo i migliori risultati economici. Ma se da un lato il risparmio sulle spese di struttura sta generando minori costi, dall’altro diminuisce il valore degli uffici e dei negozi.

Il valore del mattone precipita

I dati statistici non erano positivi neanche nel 2019 dove il valore medio nazionale degli immobili non residenziali era negativo rispetto all’anno precedente per gli uffici con un -0,7%, per i negozi con un -1,1% e per le attività produttive con un -1,4%.

Nel 2019 risultano censite negli archivi catastali quasi 640 mila unità immobiliari della tipologia uffici, corrispondenti alla categoria catastale A/10 (uffici e studi privati).

È necessario specificare che la categoria catastale A/10 uffici non include l’effettivo numero di unità realmente destinato a tale uso, se consideriamo quanto è frequente l’utilizzo ad ufficio di unità immobiliari residenziali, possiamo facilmente immaginare quale sia il reale dato negativo del valore medio nazionale.

Va considerato, inoltre, che nella categoria catastale A/10 non rientra la maggior parte degli edifici ‘strutturati’ per ufficio che vengono censiti, invece, nelle categorie non ordinarie del gruppo D7.

Quindi il settore degli Uffici che numericamente sembra apparentemente quello meno colpito nel 2019 tra gli immobili non residenziali, in realtà facendo le opportune considerazioni e proporzioni risulterà essere il più colpito.

Se la perdita di valore del settore immobiliare dovesse protrarsi, molti fondi di investimento che sfruttano questo settore per generare ricchezza, potrebbero avere grandi ripercussioni economiche nel medio periodo, generando un vero collasso del mercato immobiliare.

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  • Alessandro De Pasquale
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