 
								Nel mercato libero dell’energia, cambiare gestore di luce e gas è diventato un’operazione semplice, veloce e sempre più vantaggiosa. Con decine di offerte disponibili e la possibilità di scegliere quella più adatta alle proprie abitudini di consumo, lo “switch” – come viene chiamato il passaggio da un fornitore all’altro – può essere effettuato senza costi e senza interruzioni nella fornitura.
La procedura è interamente amministrativa: non sono richiesti interventi tecnici né modifiche al contatore. Basta analizzare la propria bolletta, confrontare le tariffe sul Portale Offerte dell’ARERA o su comparatori indipendenti, scegliere il nuovo gestore e firmare il contratto. Il nuovo operatore si occuperà di comunicare la disdetta al precedente e attivare la nuova fornitura.
I tempi di attivazione variano, ma sono destinati a ridursi. Attualmente, il cambio gestore avviene entro uno o due mesi, a partire dal primo giorno del mese successivo alla sottoscrizione del contratto. Per esempio, se lo switch viene richiesto entro il 10 febbraio, il nuovo contratto partirà dal 1° marzo. Se la richiesta arriva dopo il 10, slitterà al mese successivo. In caso di sottoscrizione fuori sede – online o telefonica – bisogna attendere i 14 giorni previsti per il diritto di recesso prima che la procedura venga avviata.
Dal 1° gennaio 2026, però, tutto cambierà: secondo una direttiva europea recepita dall’Italia, il passaggio dovrà essere completato entro 24 ore in qualsiasi giorno lavorativo. Un obiettivo ambizioso, che punta a rendere il mercato dell’energia ancora più competitivo e trasparente.
Sul fronte dei costi, il cambio gestore è generalmente gratuito. Non sono previsti oneri di disattivazione né spese di allaccio. Tuttavia, in alcuni casi possono essere applicati costi accessori, come l’imposta di bollo da 16 euro per chi passa dal mercato libero a quello tutelato, o un deposito cauzionale rimborsabile a fine contratto. Attenzione anche alle penali per recesso anticipato: secondo le regole ARERA, i fornitori possono applicarle, ma solo se proporzionate alla perdita economica subita.
La scelta del fornitore più conveniente dipende da diversi fattori. Il costo della materia prima è centrale, ma anche la tipologia di contratto (prezzo fisso o variabile), i consumi personali (monorari o biorari) e i servizi accessori offerti, come app dedicate, bollette digitali, assistenza tecnica o bonus fedeltà.
In un contesto in cui il risparmio energetico è sempre più cruciale, cambiare gestore può essere una mossa intelligente. Basta informarsi, confrontare e scegliere con consapevolezza.