Nel mondo delle compravendite immobiliari, il diritto di prelazione è uno strumento giuridico che può fare la differenza. Spesso citato in ambito di affitti, successioni o imprese familiari, è poco conosciuto nei suoi dettagli, ma può influenzare in modo significativo il destino di una trattativa. Ecco cosa prevede la legge italiana e in quali casi si applica.
Il diritto di prelazione immobiliare garantisce a determinati soggetti la possibilità di acquistare un immobile prima che venga ceduto a terzi. In pratica, chi ha diritto di prelazione deve essere informato della vendita e può esercitare la propria priorità accettando le stesse condizioni offerte da un potenziale acquirente esterno. Solo se il prelazionario rinuncia, il proprietario può procedere con la vendita a terzi.
Esistono due tipi di prelazione: quella legale, prevista direttamente dalla normativa, e quella volontaria, frutto di un accordo tra le parti. Nel primo caso, il prelazionario può addirittura riscattare l’immobile già venduto a terzi, mentre nel secondo ha diritto solo a un eventuale risarcimento se l’accordo non viene rispettato.
Uno dei casi più comuni riguarda gli inquilini. Se il proprietario decide di vendere l’immobile alla scadenza del primo contratto di locazione e non possiede altri immobili abitativi, deve offrire all’affittuario la possibilità di acquistarlo. L’inquilino ha 60 giorni per decidere e, se accetta, deve versare il prezzo entro i successivi 30. Il diritto decade se la casa viene ceduta a un familiare o se la vendita avviene dopo la prima scadenza del contratto.
Anche in ambito successorio la prelazione gioca un ruolo importante. Se uno dei coeredi vuole vendere la propria quota di un immobile ereditato, gli altri hanno diritto di precedenza. Questo vale solo per i beni in comproprietà e non per quelli di proprietà esclusiva.
La prelazione si applica anche nelle imprese familiari, dove i membri hanno priorità in caso di vendita o trasferimento dell’azienda. E nel settore agricolo, gli affittuari che coltivano un terreno da almeno due anni possono esercitare il diritto di prelazione se il fondo viene venduto o ceduto in enfiteusi. In questo caso, devono comunicare la volontà di acquistare entro 30 giorni e completare il pagamento entro 90.
Il meccanismo può sembrare complesso, ma è pensato per tutelare chi ha un legame diretto con l’immobile, sia esso abitativo, ereditario, commerciale o agricolo. Conoscere il diritto di prelazione è fondamentale per evitare sorprese e per affrontare una compravendita con maggiore consapevolezza.