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REbuild: per una nuova agenda del costruire

  • Redazione
  • 8 maggio 2023

“Il futuro dell’edilizia deve coniugare sostenibilità ambientale, economica, energetica e sociale attraverso il ripensamento e l’integrazione dei processi, l’innovazione e la digitalizzazione”: questo è il messaggio chiave per il sistema-Paese. Ne sono convinti a REbuild, l’appuntamento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito che avrà inizio domani a Riva del Garda Fierecongressi con il saluto del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, in collegamento da Roma.

“L’atlante italiano del Real Estate è destinato a mutare profondamente i connotati in tempi brevi” – afferma Roberto Pellegrini, Presidente Riva del Garda Fierecongressi. Si tratta di un cambiamento che coinvolgerà necessariamente tutti gli attori della filiera delle costruzioni, dal progetto alla gestione del costruito. E che deve coniugare sostenibilità ambientale, economica, energetica e sociale”.
Ricco il calendario di incontri della prima giornata: si parlerà dei trilioni di dollari alla ricerca di investimenti responsabili e sostenibili, di immobili che si rivalutano sino al 40% se riqualificati, di case intelligenti in grado di tagliare del 20% le bollette degli italiani. E ancora, della domotica che anticipa le esigenze delle persone e riduce gli sprechi, dell’irruzione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nei processi progettuali e realizzativi, dei nuovi scenari di elettrificazione dalla casa al quartiere alla città, degli esempi innovativi di produzione, distribuzione e consumo di energia, dei nuovi modelli costruttivi attenti a tempi, costi e ambiente, del rapporto tra climate change e rischio immobiliare: uno scenario, quest’ultimo, che vede il 78% delle abitazioni a rischio, ma solo il 5% degli edifici risultano assicurati contro gli eventi naturali estremi.
Partendo dalla casa, la cassaforte degli italiani (un asset da oltre 5.200 miliardi di euro): un grande patrimonio il cui valore è però destinato a diminuire senza interventi di riqualificazione, con un forte impatto anche dal punto di vista sociale.
Secondo i dati dell’Osservatorio REbuild, infatti, un’abitazione può aumentare il proprio valore di mercato fino al 40%, anche fuori dai grandi centri urbani, grazie a interventi di riqualificazione energetica. A seconda che un fabbricato sia ubicato in centro o in periferia, la variazione di valore fra una classe E e una classe D si aggira intorno al 5-6%, ma sale fra il 14 e il 18% se si passa da una G a una D e addirittura fra il 30 e il 40% da una G a una A.
Analogamente, facendo un ragionamento al contrario, chi non efficienta, è destinato a perdere una forbice consistente di valore del proprio patrimonio.
Ciò è confermato, ad esempio, dagli ultimi studi prodotti sugli andamenti delle compravendite di abitazioni, dove il ‘ristrutturato green’ è sempre più commerciabile e si sta imponendo nello scenario come nuova categoria di mercato, nonché dalle survey sul tema delle locazioni residenziali e per uffici, il cui ‘premium price’ per le unità meno energivore e più smart è sempre più metabolizzato dagli affittuari, disposti a pagare di più per immobili che consentano minori costi di servizio e un comfort migliore, con conseguente aumento di redditività per titolari e gestori.
Secondo lo scenario di fattibilità che sarà presentato da The European House – Ambrosetti, si tratta di interventi che, sviluppati in ottica smart, porterebbero a un risparmio del 20-24% sulle bollette degli italiani (tra i 12-14 miliardi di euro), che ridurrebbero il consumo idrico del 4-5% e le emissioni del settore in una forbice che va dal 19 al 28%. A livello puramente teorico, il medesimo studio chiarisce che il panorama cambierebbe radicalmente se gli interventi fossero effettuati su tutto il parco edilizio italiano: la riduzione dei consumi energetici supererebbe il 50% rispetto agli attuali (un risparmio quantificabile, in linea teorica, tra i 35-38 miliardi di euro), mentre la riduzione di CO2 sarebbe del 45-50%.

Occorre ricordare che gli edifici in Italia, il 70% dei quali ha più di 40 anni – si tratta di circa 35 milioni di unità immobiliari -, e l’80% è pre-1990, sono responsabili del 45% dei consumi energetici (quasi il 30% va ricondotto al settore abitativo, composto per il 79% da consumi termici e per il 21% da consumi elettrici) e di buona parte delle emissioni di CO2.
Oltre la metà degli immobili italiani appartiene alle classi più energivore, che comportano un consumo fino a 10 volte superiore rispetto alle case in classe energetica più performante e implicano una spesa media (tra una classe G e una classe A) che impatta sul conto famigliare per circa 4mila euro in più l’anno (fonte: Assoimmobiliare). Tutto ciò, in una cornice di basso tasso di rinnovo del parco edilizio e di esposizione all’aumento dei prezzi energetici, mentre la riqualificazione è la strada per far recuperare valore traguardando le sfide ambientali indicate dall’Europa.

“Ridisegnare i comportamenti della filiera è un atto necessario, possibile e praticabile”, afferma Ezio Micelli, professore ordinario presso l’Università Iuav di Venezia e presidente del comitato scientifico di REbuild.
A REbuild 2023 si spiegherà come l’innovazione – solo se legata a decarbonizzazione, sostenibilità ed economia circolare – sia lo strumento con cui è possibile arricchire il patrimonio a disposizione. Innovazione strumentale, certo, ma anche culturale: secondo le stime di Bloomberg Intelligence, a fine 2022 il monte complessivo investito in prodotti finanziari rispettosi dei criteri ESG – ambientali, sociali e di governance – ha superato, nel mondo, quota 41 trilioni di dollari, con una prospettiva di crescita a 50 trilioni di dollari nei prossimi 2 anni.
E si racconterà di come la digitalizzazione sia destinata a un ruolo chiave nei processi di cura di città e luoghi, in una prospettiva non solo di manutenzione e conservazione dei beni, ma anche del loro arricchimento e trasformazione. Anche in tema di sicurezza logistica: si parlerà, nel primo giorno, del primo Green Corridor d’Europa, destinato a rivoluzionare la mobilità del futuro.

Il tutto in un’ottica di integrazione di competenze, processi e visioni di tutti gli attori di una filiera che alla produzione vale oltre 220 miliardi di euro (Cresme): “Integra. Ripensa. Trasforma” non a caso recita il titolo di questa nona edizione, arricchita dalla testimonianza di 5 start-up selezionate che, a chiusura della prima giornata, racconteranno gli scenari in cui stanno operando con la creazione di modelli di AI per il controllo predittivo degli impianti per il miglior comfort delle persone, con le soluzioni data-driven per una progettazione che rispetti i parametri ESG, con gli strumenti di connessione tra progettazione architettonica e ingegneristica e le neuroscienze, con la gestione in rete di spazi di coworking e servizi territoriali.

Riva del Garda Fierecongressi, promotore dell’evento, consolida l’iniziativa nata ormai 10 anni or sono e che continua a rappresentare “il vero momento di incontro di tutta la filiera dell’edilizia – afferma Roberto Pellegrini, Presidente Riva del Garda Fierecongressi – in grado di accreditare nuovamente Riva del Garda come capitale dell’innovazione dell’ambiente costruito, con una maratona di incontri, sessioni e workshop ricca, articolata, internazionale, disintermediata”.

‘Per una nuova agenda del costruire’ è il titolo della sessione di apertura di domani alle h.10.30, alla quale parteciperanno, dopo l’introduzione di Alessandra Albarelli, Direttrice di Riva del Garda Fierecongressi, Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi, Mario Tonina, Vicepresidente Provincia Autonoma di Trento, sarà in collegamento, così come Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

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