[A cura di: Flavio Maccione – segretario generale Appc]
Con una mossa a sorpresa il governo “Gentiloni”, naturalmente, si dice, su sollecitazione della Commissione Europea, rilancia la riforma del catasto. Sono stati il presidente della Commissione finanze del Senato Mauro Marino (PD) ed il Senatore Salvatore Sciascia (Forza Italia) a firmare un disegno di Legge che verrà presentato in Aula e che “Udite, udite” riguarda la revisione delle rendite catastali.
È questo un ulteriore input per affondare del tutto il comparto immobiliare che, dal 2012, si è visto triplicare il carico fiscale, e la paventata riforma catastale riapre lo scenario di ulteriori gravami: impossibile credere al concretizzarsi dell’invarianza di gettito, visto che la riforma prevede il calcolo della tassazione sul valore di mercato e vista la lunghezza delle “litanie fiscali” della casa.
Non occorre essere economisti di chiara fama per comprendere che, in un momento di crisi generalizzata, il settore immobiliare è quello che registra una inarrestabile quotidiana perdita di posti di lavoro, con danni incalcolabili, per la chiusura di migliaia di imprese. Da non sottovalutare, poi, il continuo crollo dei valori immobiliari ed il sempre più marcato e generalizzato impoverimento con costante caduta dei consumi. Questo atto, proposto in questo particolare momento, pare del tutto irresponsabile in quanto porterà alla completa sfiducia in un settore già in profonda crisi, tanto peculiare da non poter vederne il superamento e con ulteriori incalcolabili danni economici per la collettività. Occorre comprendere che il comparto casa ha bisogno di fiducia e di incentivi, non di riforme affrettate.
Il rispetto della clausola di invarianza della tassazione non convince e non incanta nessuno e, tantomeno, non convince e non incanta un governo che aveva il compito precipuo di occuparsi di quella riforma elettorale che ora sembra non essere più tra i principali obbiettivi. Non è difficile ricordare come la composizione dell’attuale maggioranza non sia espressione autentica della volontà degli elettori.
L’Appc, associazione piccoli proprietari case, metterà in campo ogni risorsa per contrastare una riforma catastale che si presenta come una ulteriore spada di Damocle. Intanto la politica, vergognosamente, mantiene tutti – e sottolineo tutti – i suoi privilegi, ed ogni governo, che si avvicenda, continua il percorso “tasse”, nel quale, in Europa, siamo i primi della classe. “Mirabilia” se l’imposizione da noi è tra le più elevate e la costante è vessare, tartassare, bistrattare l’ormai esausto e disperato piccolo proprietario, in barba al disposto dell’articolo 47 della Costituzione, che aveva reso competitivo questo Paese contribuendo a creare sviluppo e crescita.
Ora è arrivato il momento di dire basta. E la mobilitazione dei piccoli proprietari, che potrebbe sfociare in una vibrata protesta, non si farà attendere.