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Comfort, efficienza, detrazioni: ma il condominio tecnologico stenta a decollare

  • Quotidiano Del Condominio
  • 10 giugno 2019

[A cura di: prof. avv. Silvio Rezzonico – pres. naz. Confappi] Più della metà dei condomini italiani sono stati costruiti circa 40 anni fa, quando negli Stati Uniti internet muoveva i primi passi. Se da allora il progresso tecnologico ha accelerato in modo evidente, gli edifici sono invece rimasti obsoleti, anche perché trasformarli e renderli più moderni è tutt’altro che semplice. Non solo: nei condomini italiani si aggiungono problemi legati alle questioni della gestione dei beni comuni.

I lavori possibili

Un esempio emblematico è quello della fibra ottica, che garantisce una connessione internet ad alta velocità grazie a cavi che, rispetto a quelli classici in rame (i “doppini”) possono trasportare una quantità maggiore di dati e informazioni essendo più leggeri, resistenti alle condizioni atmosferiche e immuni da disturbi elettrici.

Ma se per alcuni utenti la velocità di navigazione è un elemento irrinunciabile, per altri (si pensi ai condòmini più anziani che magari neppure posseggono un computer), il cablaggio non è affatto una priorità. E anche da questa discrepanza di esigenze che possono nascere i problemi che bloccano l’adeguamento tecnologico dello stabile.

Le applicazioni tecnologiche in condominio non si limitano solo ai servizi on line. Da anni, infatti, si parla di domotica: gli strumenti per la gestione integrata di un’abitazione o, nel caso del condominio, di un intero stabile. Tali dispositivi configurano la building automation, che consente di gestire tutti gli impianti dell’edificio (illuminazione, antincendio, riscaldamento e climatizza-zione, videosorveglianza, eccetera) attraverso un unico sistema di controllo intelligente.

Incentivi ancora scarsi

Al momento le tecnologie applicate alle parti comuni di uno stabile sono poco diffuse, anche perché gli incentivi riguardano una cerchia ristretta di applicazioni. L’articolo 1, comma 88, della Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015) prevede, infatti, una detrazione del 65% sull’intero importo sostenuto «per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative, volti ad aumentare la consapevolezza dei consumi energetici da parte degli utenti e a garantire un funzionamento efficiente degli impianti».

Vincoli ed esclusioni

Restano quindi esclusi dal bonus interventi quali:

  • l’installazione di luci azionate da sensori di movimento;
  • sistemi per segnalare i guasti in tempo reale (ad esempio, il blocco dell’ascensore), inviando un messaggio ad amministratore e ditta di manutenzione;
  • tecnologie che comandano la chiusura e l’apertura delle finestre a seconda delle condizioni meteo esterne.

Inoltre, anche per i dispositivi multimediali che accedono al beneficio fiscale esistono dei “paletti”. Come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate nella circolare 7/E/ 2017, gli apparati devono mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, con la fornitura periodica dei dati nonché le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti. E, ancora, devono consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.

L’Agenzia ha anche precisato che sono agevolabili la fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche, nonché delle opere elettriche e murarie per installare e far funzionare la building automation, ma non i dispositivi che permettono di interagire con tali sistemi da remoto, come gli smartphone e i tablet.

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