• Home
  • Chi siamo
  • Collegamenti
  • Abbonamento
  • Registrati
  • Accedi
  • Contatti
Quotidiano del Condominio
.
  • Attualità
  • FAQ Coronavirus
  • Giurisprudenza in condominio
    • Dottrina condominiale
    • Leggi e sentenze
  • Condominio
  • Fiscalità condominiale
  • Mercato Immobiliare
  • Quesiti
    • Quesiti fiscali
    • Quesiti legali
  • Risparmio energetico
  • Ristrutturazione
Cerca
  • Fiscalità condominiale

La casa in Europa e gli effetti negativi della pressione fiscale in Italia

  • Quotidiano Del Condominio
  • 2 gennaio 2019

[A cura di: dott. Jean-Claude Mochet – presidente commissione fiscale UPPI] Siamo abituati a pensare che l’Italia sia il paese europeo con la percentuale più alta di persone che detengono la casa di proprietà: così non è. Lo Stato membro dell’Unione Europea con il tasso più alto di proprietari della casa in cui vivono è la Romania (96%). Lo rende noto Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, riportando dati relativi al 2016. Sempre secondo Eurostat, il 70% dei cittadini europei vive in una casa di proprietà, mentre il 30% è in affitto.

Dopo la Romania, a pari merito, Lituania, Croazia e Slovacchia (90%) segue l’Ungheria (86%). Il tasso di proprietari più basso è detenuto dalla Germania (52%), dall’Austria (55%), dalla Danimarca (62%), dal Regno Unito (63%) e dalla Francia (65%).

E l’Italia? Secondo l’Istat è all’80%. Nonostante ciò, lo stesso istituto certifica che l’edilizia in Italia non sta registrando segnali di ripresa, ed Eurostat evidenzia che il nostro Paese è il solo in Europa in cui i prezzi delle abitazioni – cioè il valore immobiliare dei risparmi delle famiglie e delle imprese – continuano a scendere.

Come invertire la rotta?

Urgono azioni forti finalizzate a rimuovere i vincoli normativi e fiscali che impediscono al settore immobiliare di trainare lo sviluppo economico. Il carico tributario sugli immobili, infatti, arrivato a 50 miliardi di euro l’anno, costituisce un macigno fiscale che frena pesantemente un settore e il suo indotto, specie per effetto della tassazione patrimoniale, passata da 9 miliardi di euro del 2011 (con l’ICI) ai 21 miliardi del 2017 (con IMU e TASI).

Gli aumenti fiscali, peraltro, hanno penalizzato l’economia italiana: chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro, caduta dei consumi, aumento dei locali commerciali sfitti, ulteriori ripercussioni sul settore bancario.

Negli ultimi 10 anni il sistema “costruzioni” si è letteralmente sgretolato: il suo peso sul Pil nazionale si è praticamente dimezzato, passando dal 29% al 17% attuale.

L’immobiliare italiano si distingue, rispetto a tutti gli altri Paesi europei, per un unico dato: in Italia sono state attuate politiche fiscali miopi, che hanno letteralmente annientato un intero settore e tutta l’economia che ruotava intorno ad esso, trasformando il mattone in un asset spesso illiquido. Sarebbe ora di prenderne coscienza e di varare misure di segno opposto.

La diminuzione del valore delle case è segno che la crisi è lungi dal risolversi, e getta nella sfiducia la maggioranza di coloro che ha investito, o intenderebbe investire, nel settore immobiliare.

In definitiva, la ricchezza delle famiglie italiane è allocata per l’87% in un bene, quello immobiliare, che, a causa della contingenza economica è tra i più illiquidi sul mercato e il cui valore è più ipotetico che reale; viceversa, le tasse e le imposte che gravano su di esso sono certe e reali e possibili ulteriori patrimoniali non sono oggi da escludere.

Le imposte sulla ricchezza oggi sono molto meno diffuse rispetto al passato. Le ragioni dell’abbandono di questa tipologia di tassazione sono state individuate nelle basse entrate fiscali e nel fallimento dell’obiettivo di una maggiore redistribuzione delle risorse. Nel corso del tempo, infatti, le entrate generate da tali imposte non sono aumentate nonostante la significativa crescita della ricchezza. Tuttavia, recentemente, soprattutto a causa delle pressioni provenienti dalle direttive europee, molti Paesi stanno ripensando ad una loro possibile reintroduzione.

La posizione dell’UPPI

Per l’U.P.P.I. desta preoccupazione la dichiarazione del Fiscal Monitor del Fondo Monetario che ritiene una priorità, per il nostro Paese, il risanamento dei conti pubblici, da realizzare tassando la proprietà immobiliare e i risparmi, introducendo una super-patrimoniale per restare in Europa.

È necessario che il legislatore capisca che all’Italia serve una tassazione snella e trasparente, di facile e meccanica applicazione, equa e sostenibile, che non solo generi beneficio alle casse dello Stato, ma che sia trampolino di lancio per la ripresa di importanti settori dell’economia, come il settore immobiliare, oltre che disincentivo all’evasione.

Corrette dunque le affermazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria che, a proposito dell’aumento della tassazione immobiliare, ne riconosceva, già nel 2015, “gli effetti negativi sia sul settore delle costruzioni sia sui consumi, a causa dell’effetto ricchezza negativo sulle decisioni di spesa delle famiglie”.

Tags
  • immobili e fisco
  • imposizione fiscale
  • Jean-Claude Mochet
  • tassazione casa
  • Uppi
  • Condividi questo articolo
  • twitter
  • facebook
  • google+
  • email
  • rss
Spese condominiali: i documenti giustificativi con valenza fiscale
Fondo di Garanzia prima casa: serve un rifinanziamento

Related Posts

  • Fiscalità condominiale
  • Redazione
  • Gen 2, 2019
Cedolare secca: incertezza giuridica per i proprietari immobiliari
  • Fiscalità condominiale
  • Redazione
  • Gen 2, 2019
UPPI: il Piano casa funziona solo con l’aiuto dei piccoli proprietari
  • Fiscalità condominiale
  • Redazione
  • Gen 2, 2019
Il taglio ai bonus fiscali per le ristrutturazioni provocherà danni a cascata

Lascia un commento Annulla risposta

Devi essere connesso per inviare un commento.

Servizio riservato
agli abbonati alla rivista
“Italia Casa e Condominio”

Clicca qui per accedere all’ultima edizione

Ultimi articoli
  • Acquisti immobiliari di nuda proprietà 13 giugno 2025
  • Videosorveglianza in condominio: differenze tra impianti privati e condominiali 13 giugno 2025
  • Standby degli elettrodomestici: in vigore le nuove norme UE per il risparmio energetico 13 giugno 2025
Quotidiano del Condominio

Quotidiano del condominio

  • Homepage
  • Chi siamo
  • Registrati
  • Abbonamento
  • Accedi
  • Contatti
Privacy Policy Cookie Policy
Dalla A alla Zeta Srl – Piazza Martiri della Libertà 3/5 – 10098 Rivoli (TO) | Per informazioni Tel. 333-6278929 – E-Mail: italiacasacondominio@libero.it | P. IVA 12640180019 - Cod. fiscale Registro Imprese 12640180019 - N. REA TO-1305154 - Capitale sociale € 2.000,00 i.v.
Intersezione realizzazione siti web Modena