È scattata la stretta contro lo spoofing, la tecnica con cui i call center esteri si camuffano dietro numeri italiani per aggirare la diffidenza degli utenti. Dal 31 agosto 2025, grazie al nuovo provvedimento dell’AgCom, le telefonate ingannevoli che tormentano milioni di cittadini non potranno più nascondersi dietro prefissi di Roma, Milano o Torino. È l’inizio di una rivoluzione nel contrasto al telemarketing selvaggio.
Il giro d’affari del settore, tra legale e sommerso, è stimato in oltre 3 miliardi di euro. Secondo i dati, ogni anno vengono effettuate circa 15 miliardi di chiamate indesiderate, con 2.035 call center censiti e quasi 80.000 addetti. Eppure, nonostante i 32 milioni di iscrizioni al Registro Pubblico delle Opposizioni, ogni italiano riceve in media tra cinque e otto chiamate commerciali a settimana. Un assedio quotidiano che spesso sfocia in truffe, phishing e tentativi di sottrarre dati bancari.
La nuova normativa impone agli operatori italiani di filtrare le chiamate in ingresso: se una telefonata proviene dall’estero ma appare con un numero fisso italiano, dovrà essere bloccata. L’unica eccezione riguarda i cittadini in roaming, che potranno continuare a utilizzare il proprio numero. Dal 19 novembre, il blocco si estenderà anche ai numeri mobili falsificati. Le sanzioni per chi viola le regole saranno severe: fino a un milione di euro.
Il meccanismo tecnico è sofisticato. Gli operatori che gestiscono il traffico internazionale dovranno verificare la coerenza tra il numero mostrato e la reale provenienza. In pratica, una chiamata con prefisso 02 o 06 che parte da un centralino in Albania o in Asia sarà intercettata e bloccata. Per i numeri mobili, il controllo sarà ancora più rigoroso: gli operatori dovranno consultare i database ministeriali e confermare che l’utente si trovi effettivamente all’estero.
Il filtro anti-spam rappresenta un passo avanti decisivo, ma non ancora risolutivo. È il primo tentativo concreto di arginare un fenomeno che ha reso il confine tra marketing aggressivo e raggiro sempre più labile. Ora le anomalie saranno monitorate, i blocchi attivati e le sanzioni applicate. Ma per mettere fine all’opacità del settore servirà un’azione coordinata a livello europeo.