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FEDERALISMO FISCALE, L’AUDIZIONE DI CONFEDILIZIA: “INTRODURRE UNA SERVICE TAX”

  • Redazione
  • 15 febbraio 2017

[A cura di Confedilizia]

La nostra associazione è stata ascoltata in audizione dalla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, presieduta dall’onorevole Giancarlo Giorgetti, su “L’attuale distribuzione delle risorse nella fiscalità locale, gli effetti sul sistema perequativo e le prospettive di modifica”.

Dopo un intervento introduttivo del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha svolto una relazione il professor Riccardo Puglisi, associato di economia politica all’Università di Pavia, il quale si è soffermato su due questioni fondamentali: 

* necessità di fondare la tassazione sul principio del beneficio, anche al fine di responsabilizzare i governi locali; 

* confutazione della cosiddetta “visione Ocse”.

L’opinione pubblica e il legislatore italiano – si legge nel documento depositato da Confedilizia in Parlamento – dovrebbero prestare maggiore attenzione al principio del beneficio, secondo cui le imposte sono una forma di pagamento a fronte dei servizi prestati e dei beni offerti da parte del settore pubblico dell’economia. L’idea contrattuale del rapporto tra tassazione e spesa pubblica che è implicita nel principio del beneficio ben si connette al tema politico della responsabilizzazione dei governi locali. Secondo una prospettiva liberale, un sistema tributario in cui il principio del beneficio ha un ruolo più ampio spinge maggiormente alla valutazione dell’operato dell’amministrazione pubblica come agente dei cittadini-contribuenti a cui deve rendere conto. E sotto il profilo concreto dell’imposizione fiscale futura, il principio del beneficio spinge verso la creazione di una service tax pagata da chi riceve i servizi offerti dal Comune.

Intorno a temi di tassazione e finanza pubblica – si rileva poi nel documento depositato – il dibattito internazionale e nazionale è stato largamente influenzato dalla cosiddetta “visione Ocse” su tassazione e crescita. Sulla base di risultati econometrici piuttosto deboli, tale visione suggerisce come lo spostamento del prelievo fiscale dalla tassazione diretta a quella indiretta, e dalla tassazione del reddito a quella della proprietà, abbia effetti positivi sulla crescita economica nel lungo termine. In un recente studio si mostra invece come l’evidenza empirica che sta alla base di questa “visione Ocse” sia molto fragile. Nella fattispecie, utilizzando tecniche econometriche maggiormente prudenti sulla precisione delle stime ed allargando il campione a un numero maggiore di Paesi Ocse e di anni (dal 1971 al 2014), si verifica come l’effetto positivo nel lungo termine di uno spostamento del prelievo dalle imposte dirette alle indirette, e dalle imposte sul reddito a quelle sulla proprietà, non risulti più significativo dal punto di vista statistico. Anzi: nel breve termine un aumento della tassazione sulla proprietà si correla negativamente con il Pil pro capite.

Nel corso del dibattito che è seguito, sono intervenuti – oltre allo stesso presidente Giorgetti – la senatrice Magda Zanoni, il senatore Vincenzo Gibiino e l’on. Giovanni Paglia.

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