Il Superbonus, un tempo motore dell’efficientamento energetico in Italia, sta vivendo una fase di evidente declino. Secondo l’ultimo report pubblicato da ENEA, nel 2025 l’incentivo è rimasto attivo solo al 65% per i cantieri avviati prima del 15 ottobre 2024, e con il 2026 ne è prevista la definitiva uscita di scena. Il risultato? Un calo drastico delle detrazioni maturate, che si attestano ora su una media mensile di circa 225 milioni di euro, numeri ben lontani dai picchi di 663 milioni registrati tra novembre e dicembre 2024.
I numeri del declino
Il report ENEA evidenzia come il totale degli investimenti ammessi a detrazione abbia raggiunto quota 122,8 miliardi di euro, con detrazioni fiscali maturate pari a 126,8 miliardi. Gli interventi hanno interessato 500.518 edifici, con una percentuale di lavori completati pari al 96,2%.
Nel dettaglio:
– Condomini: 83,4 miliardi di euro di investimenti, con un valore medio per intervento di 604.505,62 euro
– Edifici unifamiliari: 28,7 miliardi di euro, valore medio 117.155,83 euro
– Unità immobiliari indipendenti: 11,5 miliardi di euro, valore medio 98.245,06 euro
– Castelli e immobili storici: 1,9 milioni di euro, valore medio 378.154,65 euro
Una fase di transizione
Il rallentamento è attribuibile alla riduzione dell’aliquota e all’incertezza normativa che ha accompagnato il Superbonus negli ultimi mesi. Con la fine dell’incentivo ormai all’orizzonte, molti cantieri sono stati avviati in extremis, mentre altri sono rimasti bloccati per mancanza di coperture o difficoltà burocratiche.
Cosa aspettarsi
Il 2026 segnerà la fine del Superbonus, ma il dibattito politico e tecnico è ancora aperto su eventuali misure sostitutive. Intanto, i dati ENEA offrono una fotografia nitida: l’era delle maxi-detrazioni sembra giunta al capolinea, e il settore dell’edilizia dovrà trovare nuove leve per sostenere la transizione energetica.