L’eliminazione delle barriere architettoniche nei condomìni non è più solo una questione di sensibilità sociale, ma un diritto giuridicamente tutelato. Lo ha ribadito il Tribunale di Verona con la sentenza n. 1487 del luglio 2025, stabilendo che l’installazione di un ascensore esterno, anche se impatta sul decoro architettonico dell’edificio, è legittima se finalizzata a garantire l’accesso a persone con disabilità o difficoltà motorie.
Secondo il giudice, il decoro non può essere invocato come motivo ostativo, a meno che l’intervento non comprometta la stabilità strutturale o la sicurezza del fabbricato. In altre parole, l’interesse estetico cede il passo alla tutela dei diritti fondamentali.
l quadro normativo
La decisione si inserisce in un orientamento giurisprudenziale consolidato, che trova fondamento in:
– Legge n. 13/1989: disciplina gli interventi per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati.
– Art. 2 della Costituzione: tutela i diritti inviolabili dell’uomo, tra cui la libertà di movimento.
– Art. 3 della Costituzione: sancisce il principio di uguaglianza, imponendo la rimozione degli ostacoli che limitano la partecipazione alla vita sociale.
Inoltre, il Codice Civile (art. 1102) consente ai singoli condòmini di apportare modifiche alle parti comuni, purché non ne impediscano l’uso agli altri.
Impatto pratico per amministratori e proprietari
Per gli amministratori di condominio e i proprietari immobiliari, questa sentenza rappresenta un punto di svolta. Ecco cosa comporta:
– Maggiore libertà d’intervento: chi necessita di un ascensore esterno può proporne l’installazione senza temere opposizioni basate sul solo decoro.
– Obbligo di valutazione tecnica: l’unico limite è la sicurezza e la stabilità dell’edificio, da verificare tramite perizia strutturale.
– Responsabilità gestionale: l’amministratore deve facilitare il dialogo tra condòmini e promuovere soluzioni inclusive, anche in presenza di dissenso.
Dati e tendenze
Secondo il CENSIS, in Italia oltre 3 milioni di persone vivono in edifici privi di ascensore, e il 40% degli immobili condominiali ha almeno una barriera architettonica. Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle richieste di accessibilità, si stima che entro il 2030 il numero di interventi per l’abbattimento delle barriere crescerà del 60%.
Inoltre, il Superbonus 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche, prorogato fino al 2025, offre un’opportunità concreta per finanziare questi interventi, rendendoli economicamente sostenibili.