I bonus edilizi potrebbero cambiare completamente volto a partire dal 1° gennaio 2025. Le novità in arrivo con la Legge di Bilancio parlano di una riduzione generalizzata delle agevolazioni e dell’introduzione di un tetto ai redditi per il riconoscimento delle detrazioni.
A fare un quadro sui possibili effetti delle misure nel panorama edilizio sono Federica Brancaccio, presidente dell’ANCE, l’associazione nazionale costruttori edili, e Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, la storica associazione della proprietà immobiliare, nel corso dell’audizione che si è tenuta presso le commissioni Bilancio della Camera e del Senato sul testo della Manovra 2025.
Federica Brancaccio ha messo in evidenza il rischio dell’aumento del lavoro nero. Ha precisato: “Non entro nel merito se il 50 per cento e il 36 per cento sia giusto o non giusto, poco o non poco. Certo, il 36 per cento è il limite di tentazione di far tornare il nero”.
La riduzione delle agevolazioni potrebbe quindi incentivare indirettamente il ricorso al lavoro non regolare.
Deve inoltre essere valutato l’effetto di tutte le misure che compongono il pacchetto del DDL di Bilancio.
Giorgio Spaziani Testa ha precisato: “Siamo molto preoccupati dal notevole e drastico taglio degli incentivi per interventi edilizi che viene previsto dalla Manovra, sia direttamente sui singoli incentivi per i singoli interventi edilizi, sia indirettamente attraverso l’intreccio con il meccanismo del tetto reddituale alle detrazioni, che vale per quasi tutte le detrazioni comprese quelle edilizie.”
Il presidente di Confedilizia ha poi tracciato il quadro dei bonus edilizi prima dell’introduzione del superbonus, con detrazioni comprese tra il 50 e l’85 per cento. Detrazioni che nei prossimi anni scenderanno al 30 e 36 per cento, a seconda che gli interventi vengano realizzati o meno sulla cosiddetta “prima casa”.
La previsione, secondo Confedilizia, è quella di una riduzione degli interventi che inciderebbe sia sullo stato degli immobili sia sulle imprese del settore. Il requisito della prima casa rende più facile che tra i lavori programmati non siano previsti interventi che influiscono in modo determinate.
Nel corso dell’audizione l’ANCE ha sottolineato la necessità di misure strutturali di lungo periodo. “Chiediamo, e lo chiediamo anche questo ormai da più di un anno, è un tavolo di confronto per delle misure strutturali che guardino anche in prospettiva del 2050, anche se il 2050 sappiamo che è una data eccessivamente sfidante, ma delle misure strutturali per intervenire non solo per gli interventi di efficientamenti energetici ma anche per la messa in sicurezza anche dal punto di vista sismico”, ha precisato la presidente dell’ANCE. Una visione di lungo periodo permetterebbe, infatti, una più efficace programmazione da parte di tutti gli attori coinvolti nell’ambito edilizio. Misure strutturali garantirebbero, inoltre, di avere un quadro normativo più certo e tale da permettere una maggiore stabilità.
Si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2025 per sapere quale sarà la forma che assumeranno le diverse agevolazioni edilizie.
Al momento, nel testo del DDL di Bilancio è previsto un “appiattimento” delle detrazioni riconosciute, uniformando le aliquote a prescindere dalle peculiarità e dalle finalità degli interventi. Potrebbero tuttavia arrivare modifiche da parte di Camera e Senato, con emendamenti al testo prima dell’approvazione definitiva.