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Energia di casa: ennesima batosta. Nel 2018 un rincaro di 100 euro a famiglia

  • Quotidiano Del Condominio
  • 1 ottobre 2018

Il dato, tutto ciò che conta realmente per gli utenti finali, aldilà di analisi, interpretazioni, giustificazioni, è ancora una volta impietoso: da oggi, 1° ottobre, la spesa per l’energia per la famiglia tipo in tutela registrerà un incremento del 7,6% per l’elettricità (+1,5 cent€/kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78cent€/Smc) rispetto al terzo trimestre 2018.

Il che, tradotto in soldoni, significa che per l’elettricità la spesa (al lordo tasse) per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre  2018) sarà di 552 euro, con una variazione del +6,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° gennaio 2017 – 31 dicembre 2017), corrispondente a un aumento di circa 32 euro/anno. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas sarà di circa 1.096 euro, con una variazione del +5,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, corrispondente a circa 61 euro/anno.

Totale, un centinaio di euro malcontati in più a famiglia.

Le ragioni dell’ennesimo rincaro

Poi, ci sono le spiegazioni fornite dall’Arera, secondo cui tutto dipende “da un’eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa, che è determinata da diversi fattori:

  • le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche; in particolare, i prezzi di riferimento per l’Europa del gas naturale e del carbone risultano (in euro) in aumento del 13% e del 12% nel trimestre in corso rispetto al secondo trimestre 2018;
  • le quotazioni del gas europeo sono spinte verso l’alto anche dall’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici (+22% – in euro – rispetto al secondo trimestre 2018), in quanto tale tensione limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa;
  • la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), cioè dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell’atmosfera;
  • le limitazioni e l’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell’uso dell’acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive.

Conseguentemente, in base ai dati di pre-consuntivo, il prezzo della borsa elettrica italiana (PUN) risulta in aumento di circa il 29% rispetto al secondo trimestre del 2018, scontando anche il calo della produzione idroelettrica e temperature superiori alla media stagionale nel mese di settembre. Inoltre i prezzi sui mercati a termine per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell’attuale tendenza al rialzo”.

Lo “scudo messo in campo dall’Authority”

Ma l’Authority non lascerà soli i consumatori. Questo, almeno, il proclama di Arera, che puntualizza come, “per far fronte ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche e delle quotazioni all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas che hanno raggiunto in Italia e in Europa livelli record, per l’elettricità l’Autorità ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema. Già in occasione dell’aggiornamento di fine giugno – puntualizza ancora Arera – gli oneri generali erano stati notevolmente diminuiti per attutire l’impatto dell’aumento del prezzo dell’energia. Ciò avrebbe dovuto comportare un aumento per recuperare il gettito perduto. Con questa manovra l’Autorità utilizza nella misura massima possibile la sua azione di scudo, rinviando di un ulteriore trimestre il rialzo necessario degli oneri. L’effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa un miliardo di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato”.

Le reazioni dei consumatori

Sarà. Ma intanto i consumatori subiscono un nuovo salasso, in attesa che il rialzo degli oneri di sistema venga comunque, fatalmente applicato a partire dal 1° gennaio 2019. Un fantasma, questo, che non fa dormire sogni tranquilli alle associazioni dei consumatori, come dimostra il la presa di posizione di Federconsumatori, per voce del presidente Emilio Viafora: “Innanzitutto il recupero, a nostro avviso, dovrà avvenire con scaglioni lunghi, che guardino al contesto delle dinamiche dei prezzi delle materie prime. Ma più in generale si rende sempre più urgente una riforma degli oneri di sistema improntata all’equità. Si tratta di vere e proprie tasse occulte che si annidano all’interno delle bollette dell’energia elettrica e del gas: i cittadini, infatti, continuano a pagare i famigerati oneri per la dismissione delle centrali nucleari, per le agevolazioni alle imprese energivore, per i regimi tariffari speciali a favore delle ferrovie, per gli incentivi alle fronti rinnovabili”.

In tal senso, Federconsumatori sottolinea anche prosegue la nostra campagna di raccolta firme avviata già da tempo: “Invitiamo i cittadini a sostenere e a condividere la nostra petizione per richiedere la giusta rimodulazione delle spese a loro carico. Il modulo da firmare è disponibile presso gli sportelli Federconsumatori oppure online al link: https://firmiamo.it/equita-degli-oneri-di-sistema-in-bolletta. Infine riteniamo urgente attuare una attenta revisione del bonus energia e del bonus gas, rendendone automatica l’erogazione per coloro che ne hanno diritto. Si conferma ancora oggi insufficiente il ricorso a tali agevolazioni, a causa di procedure complesse e limiti ancora troppo ristretti”.

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