Il 30 settembre 2025 segnerà una svolta per il futuro energetico dell’Italia. In quella data si terrà la prima asta del Macse, il Mercato a termine degli stoccaggi, che metterà in palio 10 GWh di nuova capacità di accumulo da realizzare entro il 2028. È il primo passo di un piano ambizioso: raggiungere 71 GWh di capacità e oltre 9 GW di potenza entro il 2030, sostenuti da 17,7 miliardi di euro. Un obiettivo che non riguarda solo la sicurezza della rete, ma l’intera indipendenza energetica del Paese.
Crescita record: l’Italia corre verso lo storage
Secondo il Politecnico di Milano, a fine 2024 l’Italia contava oltre 700mila sistemi elettrochimici installati, per una potenza di quasi 6 GW e una capacità superiore a 13 GWh. Solo nel 2024 sono stati aggiunti 200mila impianti, con una crescita del +62% in potenza e +85% in capacità rispetto all’anno precedente. Terna conferma il trend: al 30 giugno 2025 la capacità nazionale ha toccato 16.411 MWh, pari a 815mila sistemi in esercizio. Numeri che collocano l’Italia, insieme a Germania e Regno Unito, sul podio europeo dell’accumulo, con il 70% della capacità installata nel 2024.
Il dominio del litio e il crollo dei costi
A trainare la corsa sono le batterie agli ioni di litio, che dominano il mercato grazie alla loro efficienza e al calo dei costi. Tra il 2023 e il 2025, il Capex per sistemi da 4-8 ore è sceso del 20-25%, complice la discesa delle materie prime e la crescente concorrenza industriale. “Abbiamo registrato riduzioni nell’ordine del 30-35% solo nell’ultimo anno”, ha dichiarato Davide Chiaroni, vicepresidente di Energy & Strategy del Politecnico di Milano.
Una corsa contro il tempo per centrare il Pniec
Per raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), che prevede 131 GW di rinnovabili installate entro il 2030, l’Italia deve accelerare. Le aste di Terna sono solo l’inizio di un percorso che richiede investimenti, innovazione e visione politica. Secondo Chiaroni, il nostro Paese è oggi il mercato europeo più attrattivo per lo stoccaggio, grazie al sistema di aste e alla crescita spontanea del comparto, sia residenziale che utility scale.
Dove si installa di più
Lombardia, Puglia e Lazio guidano la classifica delle nuove installazioni, ma il Sud Italia sta guadagnando terreno, grazie alla maggiore presenza di fonti rinnovabili variabili. “Il sistema ha trovato un equilibrio tra competitività e attrattività per gli operatori”, osserva Chiaroni, che intravede margini di miglioramento nell’espansione al Sud e nell’adozione dell’aggregazione virtuale, già realtà in Germania.
Quante aste servono per arrivare al 2028
Per centrare gli obiettivi, secondo Chiaroni, servirebbero almeno tre aste all’anno fino al 2028. L’auspicio è che, a regime, tutti i nuovi impianti rinnovabili vengano installati già con sistemi di accumulo integrati. E dove il mercato non dovesse bastare, Terna potrà intervenire direttamente con investimenti mirati.
Il 30 settembre non sarà solo una data tecnica: sarà il primo vero banco di prova per capire se l’Italia è pronta a guidare la transizione energetica europea. E questa volta, la posta in gioco è alta.