Con la primavera ormai alle spalle e le giornate che si allungano inesorabilmente, è facile lasciarsi trasportare dalla leggerezza dell’estate imminente. Ma c’è un momento, quasi impercettibile, in cui il sole più alto nel cielo non significa solo vacanze e relax, bensì preparazione e lungimiranza. Proprio ora, mentre il caldo inizia a farsi sentire, è il tempo perfetto per prendersi cura della casa, prevenendo piccoli e grandi problemi che potrebbero emergere nei mesi a venire. E no, non si tratta solo di una lista di controlli: ogni intervento è un tassello di una strategia più ampia per vivere meglio.
Rivedere l’involucro dell’edificio: un’occhiata alle pareti esterne
Le facciate, giorno dopo giorno, si confrontano con vento, pioggia, sole battente. E mentre l’occhio si abitua alla loro presenza silenziosa, il tempo lavora in modo invisibile. Crepe nell’intonaco, macchie di umidità, rigonfiamenti: segnali da non ignorare. Un controllo visivo accurato può fare la differenza tra un semplice intervento estetico e una ristrutturazione più seria. In estate il clima asciutto aiuta le lavorazioni, ed è proprio ora che occorre intervenire, se necessario, per prevenire danni strutturali più gravi.
Infissi e serramenti: barriere invisibili da rafforzare
Chi ha sperimentato spifferi invernali sa quanto possano incidere sul comfort domestico e sulla bolletta. Ma è durante l’estate che si decide la tenuta della stagione fredda. Gli infissi vecchi, magari deformati o con guarnizioni consumate, non svolgono più la loro funzione protettiva. Le versioni più moderne, realizzate con materiali come il PVC o l’alluminio a taglio termico, rappresentano un investimento duraturo. E se l’aria condizionata sembra inefficace, è possibile che il problema sia lo stesso: dispersione termica. Meglio agire ora, prima che l’aria gelida lo renda evidente.
Un tetto sicuro sopra la testa: manutenzione o trasformazione?
Il tetto protegge, ma non è eterno. Le sue condizioni vanno verificate con attenzione. In particolare, i tetti in coppi o metallo possono richiedere piccoli aggiustamenti che, se trascurati, diventano emergenze. Un’attenzione particolare va posta alle guaine dei tetti piani, che con il caldo possono subire dilatazioni eccessive. L’estate è anche la stagione ideale per pensare in grande: coibentazioni, ventilazioni e altre migliorie possono essere pianificate e realizzate senza l’urgenza del maltempo.
Terrazzi e balconi: quando l’esterno diventa un’estensione del benessere
Non è raro trascurare le superfici esterne. Eppure, balconi, terrazze, cortili sono luoghi di vita quotidiana, specialmente d’estate. Lì si fanno colazioni lente, si legge all’ombra, si chiacchiera con amici e vicini. Ma sono anche esposti a piogge torrenziali, sbalzi termici, umidità. L’impermeabilizzazione è un passaggio chiave, così come la scelta della pavimentazione. Curare questi aspetti significa prevenire infiltrazioni e deterioramenti. E, non meno importante, scegliere con attenzione anche il materiale: la qualità della pavimentazione per terrazzi fornita da Bricoflor, ad esempio, garantisce una lunga durata e una resa estetica di alto livello, senza scendere a compromessi. Qui, la funzionalità incontra il design.
La caldaia e l’impianto di riscaldamento: il cuore silenzioso della casa
Anche se fuori si sfiorano i trenta gradi, la caldaia non può essere ignorata. È proprio ora che va controllata, pulita, o magari sostituita. Intervenire in estate significa avere tempi tecnici più distesi e, spesso, condizioni economiche più favorevoli. La manutenzione ordinaria può evitare guasti nei mesi più freddi. E se si desidera rinnovare il sistema, è il momento giusto per valutare opzioni come le pompe di calore o le stufe a pellet, soluzioni ibride che coniugano risparmio e impatto ambientale ridotto.
Un impianto elettrico pensato per i nuovi ritmi
Con l’arrivo del caldo, gli spazi si trasformano. Si cena più spesso all’aperto, si lavora da casa sotto un ventilatore, si accendono condizionatori e dispositivi elettronici. Ma spesso l’impianto elettrico è figlio di un’altra epoca. Rivedere il quadro elettrico, le prese, l’illuminazione permette non solo un risparmio in bolletta, ma anche una maggiore sicurezza. Le lampade a LED, i sistemi di regolazione automatica, l’uso intelligente dei consumi sono dettagli che migliorano la qualità della vita. Non si tratta di rivoluzioni, ma di scelte sottili e consapevoli.
Gli esterni verdi: il giardino non è solo decorazione
Un giardino ben curato è molto più di un angolo ornamentale. Le piante soffrono il caldo, ma anche le escursioni termiche notturne. E quelle più delicate vanno protette prima che sia troppo tardi. È anche il momento di potare, sistemare, ripensare spazi e arredi. Un’area verde in ordine migliora non solo l’estetica della casa, ma anche la vivibilità dell’intero immobile. Piccoli interventi ora possono evitare interventi maggiori dopo.
Un intervento dimenticato (ma non per questo meno importante)
Ci sono elementi della casa che sfuggono, che restano ai margini dell’attenzione. Uno di questi è il sistema di scarico delle acque piovane. Grondaie intasate, condutture bloccate, pozzetti trascurati: dettagli invisibili fino al giorno in cui smettono di funzionare. E a quel punto, il problema è reale. L’estate, con la sua relativa tranquillità climatica, è il momento giusto per pulire, sostituire, riparare. Una piccola operazione che può evitare disastri durante i primi acquazzoni autunnali.
Ogni casa ha il suo carattere, la sua storia, le sue fragilità. Ma tutte, indistintamente, meritano attenzione. Non è una corsa contro il tempo, né una lista di doveri. È un atto di cura. E, forse, è proprio adesso — mentre il sole entra dritto dalle finestre spalancate e la vita scorre lenta — che ci si accorge di quanto sia prezioso prendersi cura di ciò che ci protegge. Perché l’estate passa. Ma la casa resta.
Il 6 e 7 maggio 2025 torna a Riva del Garda (TN) REbuild, giunto all’undicesima edizione. Come ogni anno, il ricco programma di meeting (16 le conferenze e 4 i workshop in agenda) che vede la partecipazione di oltre 60 speaker è stato studiato per plasmare la roadmap del futuro del comparto delle costruzioni passando sotto la lente tutti i processi intermedi e collegati, gli strumenti di nuova generazione, i materiali più d’avanguardia e le conoscenze più innovative.
Il focus di REbuild 2025 ruoterà attorno al tema delle connessioni tra persone, competenze e tecnologie a 360°. Una visione che mira ad affiancare all’edilizia tradizionale industrializzazione, prefabbricazione, nuova cantieristica, digitalizzazione (AI, Big Data, machine learning), figure professionali tecnologicamente avanzate, tool evoluti, per poter restituire case history, prodotti e soluzioni ad alto tasso innovativo.
«Grande attenzione all’impatto non solo economico, ma anche sociale, etico e culturale dell’utilizzo e dello sviluppo di tecnologie intelligenti che devono essere condivise, accessibili e migliorative della qualità della vita di tutti, oltre a trasformare il comparto», afferma in una nota Roberto Pellegrini, presidente di Riva del Garda Fierecongressi. «L’effetto di questi cambiamenti deve essere allineato ai principi di sostenibilità e inclusione sociale».
I workshop di REbuild analizzeranno l’evoluzione dell’edilizia attraverso tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, robotica, stampa 3D e digitalizzazione, strumenti chiave per accelerare l’innovazione. Verranno approfonditi il ruolo della sostenibilità e dell’economia circolare per ridurre l’impatto ambientale del settore e l’industrializzazione dei processi con metodologie costruttive off-site, che rendono la produzione più efficiente e flessibile.
Comunicato stampa
Il fotovoltaico è uno dei settori chiave nel processo di transizione green che le aziende, in Italia e in Europa, stanno affrontando. Si tratta di un ambito che sta generando risultati positivi e interessanti anche dal punto di vista dell’occupazione e delle opportunità di lavoro. Secondo i dati elaborati da Hunters Group, infatti, crescono del 53% le richieste per professionisti green, in particolare per chi si occupa di project management e progettazione.
“Negli ultimi anni – precisa Gionata Aldeghi Manager e Industry Leader ambito Energy di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato – tutto il comparto green ha dato una grande spinta al mercato del lavoro e il settore fotovoltaico ne ha risentito in termini di evoluzione tecnologica e diffusione. Per affrontare la transizione energetica e le sfide sempre più complesse del mercato sono necessari innovazione tecnologica e sviluppo avanzato di competenze settoriali al fine di preparare professionisti altamente qualificati”.
In questo momento, le aziende sono alla ricerca di Project Developer, Construction Manager e Responsabili O&M/Asset Management che possano guidarle nel viaggio verso l’efficientamento energetico e che siano in grado di garantire un efficace sviluppo e gestione degli impianti.
Project Developer: si occupano dell’individuazione di nuove opportunità e della negoziazione con i proprietari degli immobili per la realizzazione dei progetti. Identificano soggetti interessati alle Comunità Energetiche e gestiscono tempistiche, risorse e personale per il completamento dei lavori. Collaborano con il team di ingegneria per sviluppare il budget di progetto e coordinano l’approvvigionamento dei materiali. Sono il punto di riferimento per clienti e stakeholder, fornendo aggiornamenti costanti e supportando il team operativo nella risoluzione di eventuali problematiche legate all’installazione. La RAL per questi professionisti si aggira intorno ai 60.000 – 70.000 euro.
Responsabili O&M/Asset Management: sono figure chiave nella gestione di un progetto in ambito fotovoltaico. Si occupano di monitorare costantemente il corretto funzionamento degli impianti per assicurarsi che non sorgano problemi o malfunzionamenti. Forniscono, inoltre, supporto specialistico in tutte le fasi di avanzamento di un progetto e si occupano di aggiornare e gestire – quando necessario – la documentazione tecnica in modo che tutte le informazioni siano accurate e sempre aggiornate. Hanno, infine, la responsabilità del mantenimento e della conformità degli impianti dal punto di vista normativo. La retribuzione annua lorda è compresa tra 55.000 – 75.000 euro.
Construction Manager: sono responsabili della costruzione dell’impianto in coordinamento con il PM e il reparto di progettazione. Gestiscono i budget, coordinano capicantiere, installatori, fornitori e appaltatori e verificano lo stato di avanzamento dei lavori. Si occupano, infine, del controllo del rispetto delle norme e delle procedure di sicurezza e predispongono la reportistica. Per questi professionisti la retribuzione è interessante: da 70.000 – 95.000 euro.
Comunicato stampa
Affitti sempre meno veloci: le operazioni concluse in meno di 24 ore diminuiscono di 6 punti percentuali nel quarto trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando dal 17% all’11%. È quanto emerge dai dati di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. Un trend che suggerisce un rallentamento nel ritmo delle locazioni “lampo”.
Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “il calo degli affitti express certifica un certo raffreddamento nel mercato della locazione nell’ultimo anno. Questo cambiamento è legato principalmente al miglioramento delle condizioni macroeconomiche, con il contenimento dell’inflazione e la riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE, che hanno contribuito a creare un ambiente più favorevole per gli acquisti. Infatti, la diminuzione dei tassi di interesse, iniziata durante l’estate, ha stimolato una ripresa della domanda nel mercato delle compravendite. In questo contesto, molti inquilini che, a causa dei canoni elevati, avevano deciso di rimanere più a lungo nelle abitazioni in affitto, hanno ora trovato più conveniente passare all’acquisto, riducendo così la pressione sulla domanda di locazioni”
Capoluoghi
Treviso, è il capoluogo con la quota più elevata di affitti express, con il 63% delle abitazioni rimaste meno di 24 ore su idealista; mentre, a Pisa la quota è del 41%. Subito dopo, Brescia e Piacenza registrano entrambe una quota del 38%, mentre altri sette centri (Arezzo, Bari, Brindisi, Modena, Pescara, Trento e Vicenza) si attestano al 33%.
Successivamente, troviamo altri 35 capoluoghi che registrano variazioni superiori alla media nazionale dell’11%, tra cui spiccano i principali mercati urbani come Roma (23%), Napoli (22%), Torino (21%), Palermo (19%), Bologna (14%) e Milano (13%). Padova (11%) si allinea con la media nazionale, mentre altri 9 capoluoghi presentano un tasso di affitti express inferiore all’11%.
Questo fenomeno non esiste statisticamente in 26 centri capoluogo rilevati.
Variazioni rispetto allo scorso anno
Treviso registra, inoltre, l’incremento più significativo degli affitti express, con un aumento del 39%, passando dal 24% nel 2023 al 63% attuale. Seguono Pisa con una crescita del 35%, Brindisi (33%) e Foggia (30%) e Pescara (27%). Per quanto riguarda i principali mercati urbani, a Napoli le locazioni express registrano un aumento del 12% rispetto al 2023, mentre a Roma l’incremento è del 9% e a Milano del 4%.
Al contrario, in 26 capoluoghi si osserva una contrazione degli affitti express rispetto al quarto trimestre 2023. I mercati che hanno registrato le diminuzioni più rilevanti sono Lecce (-29%), Cremona e Asti (entrambe con un calo del 17%), Ancona (-16%) e Padova (-15%), che evidenziano le flessioni più marcate nell’ambito delle locazioni rapide.
Province
Pordenone è la provincia con la maggiore incidenza di affitti express, registrando un 43%, seguita da Modena (38%), Ragusa (33%), Vicenza (31%), e da Brescia e Padova, entrambe al 30%. Nella provincia di Roma, il tasso si attesta al 13%, mentre a Milano scende al 9%.
Al contrario, le province con la minore incidenza di annunci di case in locazione che si affittano in meno di 24 ore sono Caserta, Alessandria e Parma, tutte con un 4%. In 25 province, il fenomeno degli affitti express è pressoché assente, rimanendo un trend più comune nei mercati provinciali.
Dati raccolti e analizzati da idealista/data, la proptech di idealista che fornisce informazioni destinate a un pubblico professionale per facilitare le decisioni strategiche degli operatori in Spagna, Italia che Portogallo. La unit sfrutta tutti i parametri del database di idealista in ciascun paese, integrandoli con altre fonti di dati pubbliche e private, per fornire servizi di valutazione, investimento, acquisizione e analisi del mercato.
Comunicato stampa
Acqua sempre più cara per le famiglie italiane. Salgono le tariffe comunali e salgono le bollette. Ma non a Milano che si conferma nel 2024 il capoluogo con l’acqua al prezzo più basso. Lo rivela il XX Rapporto sul servizio idrico integrato, a cura dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.
Secondo l’indagine, basata su una famiglia composta da 3 persone, papà, mamma e un solo figlio, con consumo annuo di 182 metri cubi, nel 2024 la spesa a famiglia è stata di 500 euro.
Quasi 20 euro in più rispetto ai 481 euro spesi nel 2023. Ma se il confronto viene fatto con il 2019 – cioè prima della crisi pandemica – la spesa per l’acqua è salita del 23%. “Per chi ha accesso al bonus sociale idrico, appartenente ad un nucleo familiare di tre persone e soglia Isee fino a 9.530 euro, il risparmio annuo si attesta sui 110 euro” afferma il Rapporto.
La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise (234 euro) dato invariato rispetto all’anno precedente.
Al contrario, la regione con la spesa più elevata è la Toscana (748 euro) dove rispetto al 2023 si registra un aumento medio del 2,3%. L’incremento più consistente interessa l’Emilia Romagna (+8,8%) e l’Abruzzo (+8,5%).
Frosinone resta in testa alla classifica delle province più care con una spesa media annuale di 917 euro (+5,7%) mentre Milano conquista anche nel 2024 la palma di capoluogo più economico con 185 euro. Fra i capoluoghi di provincia, aumenti a due cifre percentuali per Salerno (+16,1%), Novara e Verbania (+12,9%), Rovigo (+11,1%). A Latina si registra un decremento del 37%.
In base a dati Istat, riporta l’Osservatorio, nel 2023 l’86,4% (+0,4 rispetto all’anno precedente) delle famiglie allacciate si dichiara molto (21,5%) o abbastanza soddisfatto (64,9%) del servizio idrico, contro un 13,6% poco o per niente.
Nello stesso anno, l’8,9% ha lamentato irregolarità nell’erogazione, percentuale che sale al 15,8% nelle regioni del Sud e al 24,3% nelle Isole. La fornitura irregolare del servizio, oltre alle problematiche di accesso, incide negativamente in molti casi anche sui livelli di fiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua di rubinetto. In media una famiglia su 4 è poco o per niente soddisfatta della qualità dell’acqua di rubinetto, con situazioni di maggiore criticità al Sud e soprattutto nelle Isole dove il 53,4% di esse dichiara di non fidarsi a berla, a fronte di una media nazionale del 28,8%, comunque alta. Ciò spiega in parte perché gli italiani siano i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa (con una media annua di 208 litri pro capite) e secondi al mondo dopo il Messico (che detiene un media annua pro capite di 244 litri).
Agenzia Ansa
Mettere a disposizione di chi ne ha diritto alloggi di edilizia residenziale pubblica non immediatamente assegnabili, perché bisognosi di interventi di manutenzione.
E’ questo il senso del bando di autorecupero – aperto fino al 12 maggio 2025 – grazie al quale Atc Piemonte Nord ha individuato, per ora, 75 case popolari “appetibili” nei territori del quadrante in cui opera.
“Gli aspiranti assegnatari in attesa di un alloggio popolare perché in graduatoria – spiegano dagli uffici dell’Agenzia – possono fare domanda di autorecupero impegnandosi a farsi carico, nei tempi e modi concordati, dei lavori indispensabili già individuati da Atc e per un importo massimo di 10 mila euro.
La somma anticipata sarà poi scalata dal canone mensile”. I 75 alloggi disponibili per questa edizione dell’autorecupero coprono tutte le aree del quadrante di competenza Atc del Piemonte Nord e sono così dislocati: Novara n. 19 alloggi, Biella n. 12 alloggi, Carisio n. 1 alloggio, Santhià n. 1 alloggio, Trino n. 4 alloggi, Verbania n. 4 alloggi, Vercelli n. 11 alloggi, Villadossola n. 22 alloggi, Invorio n. 1 alloggio.
A breve, una volta definite le graduatorie di altri Comuni, saranno individuate ulteriori case popolari da inserire nel progetto in corso. L’Agenzia invita a consultare il sito www.atcpiemontenord.it dove, nell’apposita sezione all’interno di “Area cittadini”, si può facilmente trovare e scaricare tutta la modulistica inerente il bando.
Comunicato stampa
Si avvicina il grande sforzo di efficientamento energetico degli edifici richiesto dalla Direttiva Case Green (EPBD): certificazione delle prestazioni e strumenti di finanziamento dei lavori sono cruciali per consentire alle famiglie di fare le scelte giuste di acquisto e ristrutturazione.
Il progetto europeo EPC – Energy Performance Certificates, promosso dal BEUC (associazione europea delle organizzazioni consumeriste) e finanziato dalla European Climate Foundation, ha come obiettivo quello di indagare sugli strumenti a supporto dell’efficientamento energetico delle abitazioni private nei Paesi europei.
Adiconsum come partner italiano ha svolto due indagini: una sull’APE, l’Attestato di prestazione energetica di un immobile, e un’altra sui mutui e prestiti “green” da parte delle banche, per sostenere i consumatori che acquistano case con alta efficienza energetica o che vogliono ristrutturare la propria casa per migliorarla.
La rilevazione riguardante l’APE si è svolta nella città di Roma tra giugno e luglio 2024, ed è stata condotta da Adiconsum nazionale in collaborazione con Adiconsum regionale Lazio e l’Ordine dei Geometri di Roma. Lo scopo era quello di verificare la qualità, la completezza, l’affidabilità, il costo e le eventuali problematiche relative al certificato di prestazione energetica, partendo dalla redazione di più attestati APE per le medesime abitazioni.
Per ogni immobile sono stati rilasciati 6 attestati APE: cinque realizzati in modalità “Mistery Shopping” su abitazioni messe a disposizione da consumatori volontari, più uno di riferimento, a “regola d’arte”, redatto dall’Ordine dei Geometri, che ha realizzato alla fine anche un esame comparativo dei certificati APE rilasciati da tutti i professionisti precedenti.
Sono emerse notevoli differenze tra i risultati, in merito a tutti i parametri valutati: la stessa abitazione in certi casi è risultata assegnata a ben tre classi energetiche diverse! Il costo (da 100 a 500 euro, con una media di 250), il tempo della visita e le verifiche svolte variano tantissimo. Il tutto senza considerare gli APE emessi online “a distanza” sulla base di dati autocertificati dal consumatore, che costano fino a un decimo del prezzo di mercato e avranno affidabilità analoga (non sono stati testati). Davvero diamo all’APE solo il valore di un pezzo di carta necessario a vendere o affittare la casa? Ci sono responsabilità per gli APE irregolari? L’indagine illustra molti aspetti interessanti, evidenziando una serie di criticità, in parte afferenti la regolamentazione e le questioni burocratiche, questioni legate al mercato, formazione e abilitazione dei certificatori, tecnologie di rilevazione e software di calcolo, e anche il sistema dei controlli istituzionali e delle sanzioni.
Su queste Adiconsum intende invitare i policy makers, ma anche tutti gli altri stakeholders, a riflettere, con una serie di proposte. Inoltre, c’è un problema “culturale” che riguarda i consumatori che troppo spesso non comprendono l’importanza di avere impianti efficienti e sicuri, in regola.
Il secondo Report ha riguardato i mutui e prestiti “green” per finanziare l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B e gli interventi di efficientamento energetico dell’abitazione. L’indagine è stata condotta da Adiconsum nel mese di luglio 2024 e ha visto la partecipazione volontaria delle seguenti banche, tutte rappresentative a livello nazionale: Intesa San Paolo, UniCredit, Mediolanum, BPER, alle quali è stato somministrato un questionario e rivolta un’intervista in profondità; Adiconsum ha anche svolto una rilevazione sul comparatore Mutuionline.it, tenendo conto dei medesimi parametri: tipologia del cliente, reddito, importo, durata e tasso del mutuo, numero di rate e numero di anni del mutuo, classe energetica e requisiti di accesso all’offerta green.
Dall’indagine è emerso che gli incentivi vanno dal tasso agevolato (0,10% in media) allo sconto o all’azzeramento dei costi accessori come l’istruttoria e la perizia sull’immobile: in generale, le agevolazioni “green” si sommano a quelle previste per altri prodotti. Tra queste, segnatamente, l’agevolazione pubblica del Mutuo prima Casa Consap, che si può quasi sempre cumulare con i vantaggi del mutuo “green” offerto dalla banca.
Inaspettatamente, è emerso che, con poche eccezioni, l’APE non ricopre alcun ruolo nell’accoglimento della domanda di mutuo green e non interviene né nella valutazione del merito creditizio né sulla stima dell’immobile, in quanto entra in scena soltanto all’atto della stipula del rogito notarile, quando il mutuo è già stato deliberato e concesso.
I finanziamenti “green” per i lavori di ristrutturazione, seppur previsti nella maggior parte delle banche partecipanti al sondaggio, al momento non hanno ancora espresso un particolare appeal sul mercato.
Non sono noti prodotti di finanziamento per lavori di ristrutturazione delle parti comuni nei condomini (se pensiamo al cappotto termico dei palazzi, che ha avuto un ruolo centrale nel Superbonus, appare strano).
L’indagine ha messo in luce che l’offerta delle banche in relazione ai mutui e finanziamenti “green” è ancora in evoluzione e non tutte le banche presenti sul mercato italiano offrono prodotti di questo tipo, anche se ci si aspetta che con l’imminente entrata in vigore dei decreti attuativi della direttiva EPBD e a fronte di un patrimonio immobiliare che ha scarsa efficienza energetica, mutui “green” e agevolazioni pubbliche, in primis a favore dei meno abbienti, potranno fare la differenza e permettere a tutti di godere dei vantaggi di una casa energeticamente efficiente, debellando la povertà energetica che tanto grava su moltissime famiglie del nostro Paese.
Comunicato stampa Adiconsum
I piccoli proprietari, rappresentati dal Presidente Nazionale Fabio Pucci e dal Segretario Generale Jean-Claude Mochet, hanno presentato la loro proposta all’audizione della commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1169 (Furfaro e altri) e C. 1562 (Santillo ed altri) in materia di edilizia residenziale pubblica, recupero del patrimonio abitativo e sostegno all’emergenza abitativa.
Dopo aver presentato i dati allarmanti sull’emergenza abitativa e analizzato positivamente le due proposte di legge, che puntano prevalentemente al recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e al loro incremento a vantaggio delle famiglie più disagiate, l’UPPI è andata oltre, ritenendo che la grave situazione vada affrontata con un approccio integrato e inclusivo, mettendo in campo tutte le risorse disponibili, sia pubbliche che private.
In Italia circa il 70% delle famiglie vive in una casa di proprietà e la piccola proprietà diffusa (spesso per investimento o eredità) costituisce di fatto un “polmone” potenziale di alloggi disponibili per l’affitto.
Ma a fronte di decine di migliaia di alloggi pubblici da costruire nei prossimi anni, esistono oggi circa 10 milioni di abitazioni private inabitate che potrebbero essere immesse sul mercato della locazione con adeguate garanzie e incentivi.
È pertanto fondamentale che le politiche pubbliche non determinino una competizione sleale o una sovrapposizione inefficiente tra settore pubblico e privato, bensì li armonizzino.
Le proposte di legge C. 1169 e C. 1562 rappresentano un significativo passo avanti, ha detto Pucci, ma per massimizzare l’impatto di tali riforme è necessario coinvolgere la piccola proprietà edilizia non come controparte da penalizzare o tassare, ma come alleato strategico: “Migliaia di piccoli proprietari sono pronti a fare la loro parte mettendo a disposizione alloggi per affitti sostenibili, l’attivazione di migliaia di nuovi contratti di locazione a canone concordato su immobili privati attualmente sfitti genererebbe un significativo incremento del gettito fiscale attraverso l’incremento delle imposte indirette connesse nonché l’indotto economico (manutenzioni, ristrutturazioni, interventi di riqualificazione, servizi accessori)”.
L’UPPI si è dichiarata da subito disponibile a collaborare con le istituzioni nella definizione dei dettagli operativi di un vero e proprio Programma nazionale di locazione sociale diffusa.
L’idea è stata apprezzata dai deputati che hanno chiesto chiarimenti per poter inserire i relativi emendamenti nel corso della discussione delle proposte di legge.
Il Segretario Generale dr. Jean-Claude MOCHET
Il Presidente Nazionale Fabio PUCCI
Anche gli edifici possono “ammalarsi”: difetti di costruzione che determinano danni, pregiudicano la sicurezza delle persone che li abitano e abbassano il valore degli immobili per la mancata adesione a standard qualitativi e di sostenibilità energetica oggi necessari a rispondere a precise direttive di legge.
Ecco perché nasce la patologia edilizia, ossia lo studio sistematico delle anomalie e delle alterazioni degli edifici, con l’obiettivo di comprenderne le cause attraverso la lettura dei “sintomi”, e conseguentemente stabilire la “cura” più adatta in funzione di quanto riscontrato.
Sarà Bologna ad accogliere il primo Convegno Nazionale delle Patologie Edilizie, in programma il prossimo 9 aprile al Centro Congressi del Savoy Hotel (via del Pilastro, 2): il Convegno, che gode del patrocinio del Comune di Bologna, è organizzato e promosso dal Gruppo Maggioli la cui divisione editoriale pubblica dal 2016 la collana dei
“Quaderni di Patologia Edilizia” dedicati ai professionisti del settore.
Una prima edizione che arriva a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione del Rapporto sulla transizione green degli edifici di Confartigianato, diffuso a ottobre 2024, che ha individuato come, in Italia, una casa su due sia stata costruita prima del 1980, evidenziando carenze progettuali e strutturali che, col passare del tempo,
rappresentano la prima causa di ambienti insalubri e veicolo di rischi per la sicurezza degli inquilini, oltre a rendere le abitazioni meno efficienti in termini di consumo energetico.
La giornata, il cui coordinamento scientifico è affidato a Marco Argiolas, tra i massimi esperti italiani del settore, vedrà la partecipazione di ingegneri, architetti, geometri, amministratori pubblici, gestori di asset immobiliari e imprese di costruzione e del settore edilizio, che si incontreranno per discutere strategie innovative e soluzioni concrete al fine di prevenire difetti e danni strutturali: le due sessioni plenarie di apertura e chiusura faranno da cornice ad otto workshop verticali che esploreranno tematiche come la sicurezza antisismica, l’isolamento termico, i problemi infiltrativi e molto altro.
Oltre alla parte convegnistica, ampio spazio sarà dato all’Area Expo, che vedrà la partecipazione di partner tecnici e associazioni di settore, che presenteranno le ultime innovazioni e tecnologie per migliorare la qualità delle costruzioni e prevenire fenomeni patologici negli edifici.
La plenaria di apertura, moderata da Fabrizio Mario Vinardi, ingegnere forense e Docente UniTo, si concentrerà sull’impatto delle patologie edilizie esplorando le implicazioni economiche, sociali e di sicurezza, al fine di promuovere un approccio al problema orientato alla prevenzione e alla gestione a livello sistemico.
Sul palco si alterneranno gli interventi di Andrea Barocci, presidente di ISI – Ingegneria Sismica Italiana, Lucia Rosaria Mecca, presidente di INDEP – Istituto Nazionale Diagnostica e Patologia Edilizia, Stefano Deri, presidente di Cortexa, Massimo Druetto, segretario generale ANTEL – Associazione Nazionale Tecnici Enti Locali ed Enrico Negrini, presidente dell’Ordine dei Periti Industriali di Bologna e Ferrara, oltre a quelli del coordinatore scientifico Marco Argiolas e di Juri Franzosi, Direttore Generale di Lombardini22, studio di Architettura e Ingegneria e tra i principali player italiani della progettazione integrata.
I workshop della mattinata si concentreranno sulla qualità ed efficienza dell’involucro edilizio, dall’impermeabilizzazione per la risoluzione delle problematiche infiltrative al Sistema a Cappotto, tecnica di coibentazione termica atta a garantire una maggior sostenibilità energetica per il raggiungimento degli obiettivi
indicati dalla direttiva europea EPBD “Case Green”, per la quale gli edifici esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033.
Gli interventi del pomeriggio saranno incentrati sulle buone pratiche di prevenzione: dai sistemi antincendio alla costruzione di una casa che sia “macchina per la prevenzione primaria”, luogo in cui le persone possano abitare in modo sano e armonioso, grazie a una progettazione che consenta di raggiungere un livello ottimale di salubrità negli edifici ad alte prestazioni energetiche.
Si parlerà anche di Radon, gas che dal terreno può penetrare in cantine e abitazioni rappresentando un potenziale rischio per la salute, e di sistemi di impermeabilizzazione per evitarne i danni.
Plenaria di chiusura affidata a Juri Franzosi e agli interventi di Pierfederico Marinoni e l’ing. Massimo Montrucchio, che discuteranno di Consulenza Tecnica d’Ufficio (C.T.U.) nell’ambito delle Patologie Edilizie, definendone competenze, autorità e attività speciali d’istituto.
La partecipazione è gratuita previa iscrizione, i posti sono limitati (max 350 pax.). Tutte le informazioni sul sito https://www.conape.it/
Comunicato stampa
Il Salone del Mobile di Milano 2025 si prepara alla sessantatreesima edizione, confermando il suo ruolo di riferimento a livello globale per il design e l’arredo.
Con oltre 2.000 espositori e un intenso programma culturale, la manifestazione unisce innovazione, business e creatività.
Torna Euroluce con il suo primo Forum Internazionale sulla luce, mentre grandi nomi come Paolo Sorrentino e Robert Wilson daranno vita a installazioni uniche.
L’edizione 2025 del Salone del Mobile è in programma dal 8 al 13 aprile 2025 a Fiera Milano Rho. Un’edizione che, come sempre, guarda al futuro del design, con più di 2.000 espositori provenienti da 37 Paesi, distribuiti in oltre 169.000 mq di superficie espositiva. Un evento che si conferma strategico per il settore dell’arredo, capace di unire business, cultura, creatività e innovazione.
L’edizione 2025 comprende quattro Manifestazioni annuali: Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S. Project per un totale di oltre 1.000 brand.
Il Salone rappresenta non solo la più importante vetrina per le aziende italiane ed estere, con un ruolo chiave nell’export (oltre il 50% del fatturato deriva dai mercati internazionali), ma è anche l’interprete del cambiamento sociale e culturale.
Il 59,4% delle aziende espositrici ha partecipato alle ultime dieci edizioni, un segnale forte della fiducia che il settore
Uno degli appuntamenti più attesi è il ritorno di Euroluce, che occupa oltre 32.000 mq e ospita più di 300 brand da 25 Paesi (proviene dall’estero il 46,5% degli espositori).
L’illuminazione non è solo una componente funzionale, ma un vero e proprio strumento narrativo, capace di influenzare l’ambiente e le emozioni. E proprio l’intelligenza emotiva sarà uno dei filoni chiave del Salone, con una serie di talk e tavole rotonde che vedranno protagonisti esperti internazionali e innovatori del settore.
La luce, quindi, non solo come elemento tecnico, ma come linguaggio progettuale capace di arricchire gli spazi e migliorare la qualità della vita.
Un Salone in cui la parte del leone è dell’aspetto culturale, con 3 installazioni site-specific, al Salone e in città. Si rinnova e rafforza il legame tra design e narrazione visiva con la presenza di Paolo Sorrentino, che firma l’installazione La dolce attesa, un viaggio emozionale negli spazi dell’attesa che vanno arredati pensando alle persone che vi stazionano, tra estetica e suggestioni cinematografiche. Un concetto che si estende all’intero Salone, dove il valore dell’esperienza diventa centrale: gli spazi non sono solo da abitare, ma da vivere con consapevolezza e coinvolgimento emotivo.
Il design non è più solo funzione dunque, ma cultura, un messaggio che si riflette nelle altre installazioni site-specific di questa edizione: Pierre-Yves Rochon con Villa Héritage, un omaggio all’eleganza senza tempo e Robert Wilson con Mother, allestita nel suggestivo scenario del Museo Pietà Rondanini – Castello Sforzesco, dove la luce e il suono si fondono in un’esperienza immersiva.
Il Salone Satellite 2025, giunto alla sua 26ª edizione, conferma il suo ruolo di laboratorio creativo per il design emergente, offrendo visibilità e opportunità professionali a 700 designer under 35 e 20 Scuole e Università internazionali. Nato nel 1998 per volontà di Marva Griffin Wilshire, il Salone Satellite ha sempre rappresentato un punto di incontro tra giovani talenti e industria, anticipando le tendenze e favorendo il dialogo tra innovazione e cultura del progetto.
Il tema di quest’anno, “Nuovo Artigianato: un mondo nuovo”, esplora il valore della sapienza artigianale nel design contemporaneo, interrogandosi su come possa evolversi, innovarsi ed essere tramandata. Nei padiglioni 5 e 7 di Fiera Milano Rho, i partecipanti mostreranno come i processi e i materiali tradizionali possano essere reinterpretati per rispondere alle sfide del presente, in equilibrio tra sostenibilità, digitalizzazione e nuove forme di produzione.
L’artigianato non è più solo un’eredità culturale, ma una risorsa strategica per il futuro del design, capace di dialogare con l’industria senza perdere la sua identità. L’edizione 2025 darà spazio anche a sei Botteghe Artigiane, selezionate per dimostrare come le tecniche manuali possano trovare applicazione nel design contemporaneo, mantenendo intatta la loro eccellenza.