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Avvocati e amministratori di condominio: nuove opportunità, nuove competenze

Con l’approvazione della delega Nordio, che ha avviato una profonda revisione dell’ordinamento forense, si apre una nuova stagione per gli avvocati italiani. Tra le novità più significative, l’eliminazione di alcune incompatibilità professionali consente ora agli avvocati di assumere incarichi come amministratori di condominio, una figura chiave nella gestione immobiliare urbana.

Formazione Obbligatoria: Verso un Modello Integrato
Secondo quanto emerso dalle prime analisi del disegno di legge, la riforma non si limita a liberalizzare le attività compatibili, ma punta anche a rafforzare la formazione professionale. In particolare:
– È previsto un aggiornamento annuale obbligatorio per tutti gli avvocati.
– Viene razionalizzato il sistema delle specializzazioni, con l’obiettivo di favorire competenze trasversali e multidisciplinari.
– Si apre la possibilità di aderire a reti professionali multidisciplinari, dove l’avvocato può collaborare con esperti in ambito tecnico, fiscale e immobiliare.
Questi elementi sono fondamentali per chi intende operare come amministratore di condominio, un ruolo che richiede conoscenze in ambito giuridico, contabile, tecnico e relazionale.

L’amministratore di condominio: un ruolo complesso
La gestione condominiale comporta responsabilità civili e penali, capacità di mediazione tra condomini, competenze in materia di appalti, sicurezza, privacy e fiscalità. Per questo motivo, molti enti di formazione stanno già valutando l’introduzione di percorsi formativi specifici per avvocati, che integrino:
– Normativa condominiale e regolamenti interni
– Gestione dei bilanci e delle assemblee
– Tecniche di mediazione e risoluzione dei conflitti
– Responsabilità legale e assicurativa

Verso una nuova cultura professionale
La riforma forense sembra voler promuovere una figura di avvocato più versatile, capace di operare in contesti diversi, senza perdere la propria identità professionale. L’apertura verso ruoli come quello dell’amministratore di condominio è vista come un modo per valorizzare le competenze giuridiche in ambiti pratici e quotidiani, contribuendo alla modernizzazione della professione.

Privacy nei condomini, il Garante detta le nuove regole da seguire

privacy convegno

La gestione dei dati personali all’interno dei condomini è stata oggetto di una nuova regolamentazione.
Il Garante per la protezione dei dati personali, con il Documento di indirizzo del 10 aprile 2025, ha definito criteri più rigorosi e chiari per il trattamento delle informazioni condominiali, eliminando le ambiguità interpretative e rafforzando le tutele per i residenti.
Il provvedimento stabilisce che possono essere trattati solo i dati strettamente necessari alla gestione condominiale, come informazioni anagrafiche, quote millesimali e consumi collettivi, mentre sono vietate informazioni personali non pertinenti, come abitudini di vita o dettagli privati dei condòmini.

Numeri telefonici e email: servono regole precise
La condivisione di numeri telefonici e indirizzi email all’interno del condominio è possibile solo con il consenso esplicito degli interessati. Il Garante chiarisce che questi dati non possono essere divulgati liberamente, salvo che siano pubblicamente accessibili e utilizzati solo per scopi condominiali ben definiti.
Gli amministratori hanno l’obbligo giuridico di evitare la diffusione impropria dei recapiti e di garantire che ogni comunicazione avvenga nel rispetto della privacy.

Dati sensibili e giudiziari: trattamenti strettamente necessari
Il nuovo documento stabilisce regole severe per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari. Informazioni sullo stato di salute o controversie legali possono essere utilizzate solo se strettamente indispensabili, ad esempio per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche o per la gestione di contenziosi condominiali.
Questi dati devono essere trattati con misure di sicurezza avanzate, limitandone l’accesso esclusivamente ai soggetti autorizzati.

Le responsabilità degli amministratori
Il Garante impone agli amministratori un elevato livello di responsabilità nella gestione dei dati condominiali. Ogni trattamento deve essere:
• Motivato e proporzionato.
• Documentato in modo chiaro.
• Supportato da misure di sicurezza adeguate.
Gli amministratori devono evitare la diffusione superflua di elenchi condominiali, garantendo trasparenza con informative accessibili a tutti i residenti.

Più chiarezza e tutela per i condòmini
Questa nuova regolamentazione rafforza la protezione della privacy nei condomini, dando ai residenti maggiori garanzie sui propri dati e fornendo agli amministratori regole chiare per evitare violazioni.
Con queste direttive, il Garante stabilisce un quadro normativo preciso, ponendo fine alle incertezze interpretative e assicurando un equilibrio tra gestione condominiale e tutela dei diritti personali.

Legionella: proteggi i tuoi impianti idrici prevenendo la proliferazione del batterio

La Legionella è un rischio serio per la salute pubblica, soprattutto in ambienti con impianti idrici complessi come piscine, centri sportivi, strutture ricettive e sanitarie oltre che complessi condominiali.
Per prevenire la proliferazione di questo batterio, è fondamentale affidarsi a un piano di controllo professionale, che includa:
• Analisi del Rischio
• Analisi microbiologiche
• Manutenzione documentata
• Sistemi di disinfezione efficaci

Ecco le soluzioni Grundfos Water Treatment:
Offriamo diverse tecnologie affidabili per la disinfezione dell’acqua:
• BIOSSIDO DI CLORO: una delle soluzioni più sicure ed efficaci oggi disponibili, 10 volte più potente dei disinfettanti tradizionali.
• MONOCLORAMMINA: ideale per impianti complessi, la monoclorammina risulta molto stabile e a lento rilascio che permette la permanenza del prodotto per un tempo prolungato riuscendo a raggiungere anche i punti più distanti con un effetto meno aggressivo per i materiali.
• PEROSSIDO DI IDROGENO: si tratta di una soluzione concentrata a base di acqua ossigenata biocida, facilmente dosabile e inodore. Prodotto conforme PT5 per l’utilizzo sulle acque destinate al consumo umano
• MICROFILTRAZIONE: attraverso una barriera meccanica (filtro assoluto da 0,2 micron) appartenenti alla categoria dei Dispositivi Medici in classe I oppure II, è possibile rimuovere la legionella dall’acqua al punto di utilizzo; si tratta di un sistema localizzato, facile da installare ed efficiente, che richiede la sostituzione periodica dei filtri a causa del progressivo intasamento.*
• Impianti UV: la luce ultravioletta è in grado di inattivare i batteri in modo da ostacolarne la replicazione, è possibile installare più impianti nei vari punti d’uso, questo limita notevolmente le potenzialità dell’applicazione di questa tecnologia.
*Per una maggiore efficienza si consiglia l’installazione dei filtri in prossimità del punto d’uso e oltre ad una sostituzione periodica.

Il nostro servizio post-vendita garantisce:
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Bonus Elettrodomestici 2025: al via da settembre lo sconto lampo fino a 200 euro

Sta per scattare il conto alla rovescia per il nuovo bonus elettrodomestici, una misura attesa da mesi che promette di alleggerire il costo dei grandi apparecchi domestici con uno sconto immediato del 30% in fattura, fino a un massimo di 200 euro. Il decreto attuativo è ormai in dirittura d’arrivo e, salvo imprevisti, le domande potranno essere presentate a partire da settembre 2025.

Ma attenzione: il tempo per approfittarne sarà limitato. Una volta ottenuto il voucher digitale, i beneficiari avranno a disposizione solo pochi giorni per utilizzarlo. Chi non lo farà in tempo, perderà il diritto allo sconto. Una scelta precisa da parte del governo, che punta a evitare il caos del cosiddetto “click day” e a favorire chi ha davvero intenzione di acquistare subito.

Lo stanziamento complessivo ammonta a 48 milioni di euro, una cifra che potrebbe coprire circa 240mila famiglie se tutte ottenessero il massimo importo. Per questo, la regola è chiara: le richieste saranno accolte in ordine cronologico, fino a esaurimento fondi.

La procedura sarà interamente digitale, gestita tramite la piattaforma PagoPA. Una volta approvata la domanda, il voucher dovrà essere presentato direttamente in negozio per ottenere lo sconto immediato. L’importo varierà in base all’ISEE: fino a 200 euro per chi ha un reddito inferiore ai 25mila euro, fino a 100 euro per tutti gli altri.

Il bonus riguarderà esclusivamente i grandi elettrodomestici: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, forni, piani cottura e condizionatori d’aria. Restano esclusi i piccoli apparecchi come frullatori, phon o robot da cucina. Un altro vincolo importante è che il prodotto acquistato dovrà essere fabbricato nell’Unione Europea e sostituire un vecchio elettrodomestico ad alto consumo, da smaltire correttamente.

Inizialmente era prevista una soglia minima di efficienza energetica, ma il vincolo è stato rimosso per non penalizzare la produzione italiana. Resta però il principio guida: incentivare il ricambio tecnologico e ridurre i consumi.

Stile industrial chic: creare un appartamento metropolitano trendy con il gres porcellanato effetto cemento

Pareti in mattoni a vista, impianti esposti e arredi essenziali e grintosi: lo stile industrial chic, nato nei loft newyorkesi, non accenna a perdere popolarità ma anzi conquista ancora oggi a ogni latitudine.
Sebbene non tutti dispongano di grandi spazi ex industriali da trasformare in case da sogno, con qualche accorgimento e i materiali giusti è possibile trasformare spazi ordinari in ambienti industrial decisi e contemporanei.
E se si parla di superfici, il gres porcellanato effetto cemento diventa l’alleato perfetto per chi sogna un look urbano senza rinunciare a comfort e praticità.

Il fascino urbano del gres effetto cemento
Simbolo di contemporaneità cittadina, il pavimento effetto cemento interpreta lo spirito industriale in chiave elegante e versatile. Le superfici riportano subito alla mente le atmosfere dei vecchi capannoni riqualificati, ma con tutte le prestazioni di altissimo livello di un materiale innovativo, durevole e anche facile da mantenere.
L’impatto visivo è autentico e del tutto sovrapponibile al cemento vero: cromie neutre, texture materiche, venature e increspature leggere, riproducono fedelmente l’estetica del calcestruzzo, restituendo agli interni un’allure metropolitana senza tempo, con tutti i vantaggi del gres.

Rivestire con continuità: non solo pavimenti
Nello stile industrial chic, la continuità è un dettaglio che fa la differenza, un tempo infatti questo stile si trovava solo nei vecchi impianti industriali ridestinati poi ad uso abitativo.
Gli interventi spesso mantenevano quanto più possibile i materiali preesistenti, per questo, sul pavimento, il cemento era ovunque, senza distinzione di ambienti. Allo stesso modo, il gres effetto cemento si presta a pavimentare ogni ambiente della casa, dal living alla cucina, dal bagno alla camera da letto.
Ma non solo: grazie a un grande catalogo di formati e spessori, le lastre possono rivestire anche pareti, colonne, piani di lavoro e top, creando spazi fluidi e continui, leggeri alla vista e senza separazioni nette.
Il risultato? Ambienti aperti, luminosi e ariosi, in puro stile metropolitano, sempre a caccia di luce e di spazio.

Dettagli industrial: accessori di stile
In un appartamento industrial chic i materiali dettano legge e tendenza, ma è la scelta di arredi e complementi a dare il twist finale. Il gres effetto cemento si abbina perfettamente a elementi in metallo, legno grezzo, vetro e pelle.
Insieme a lampade sospese, scaffalature in ferro, tavoli con piano in legno e dettagli vintage, l’atmosfera metropolitana è garantita. Pochi pezzi ben scelti trasformano ogni ambiente in un set dal gusto urbano e internazionale.

Praticità e resistenza: l’anima smart del design
Lo stile industriale punta sul fascino grezzo dei materiali: il cemento, il legno, i metalli, persino il cuoio. Tutto è ruvido, come già vissuto, e per questo non ha bisogno di cure particolari, solo un buon detergente e un panno umido.
Il gres porcellanato effetto cemento si allinea egregiamente a queste esigenze offrendo performance di alto livello: resistente a graffi, urti, macchie e umidità, è inalterabile nel tempo e non richiede trattamenti speciali. Le superfici si puliscono con facilità, anche in caso di macchie ostinate, restando sempre impeccabili. Un plus fondamentale per chi vive la casa ogni giorno e non vuole preoccuparsi della manutenzione.

Indoor e outdoor: la casa si apre all’esterno
Lo stile industrial chic vive di spazi fluidi, dove interno ed esterno dialogano senza soluzione di continuità. Con questo materiale, il passaggio dal soggiorno al terrazzo o al patio diventa naturale.
Le lastre, disponibili anche in versione antiscivolo con spessore maggiorato (fino a 20 mm per esterni), consentono di creare pavimentazioni uniformi, resistenti e di grande impatto: la casa dialoga con la città, da tutti i punti di osservazione. La posa è semplice, a colla su massetto oppure a secco su sabbia, ghiaia o erba, per spazi subito calpestabili e ricchi di personalità.

Un materiale durevole e sostenibile
Non è solo bello, ma anche sostenibile. Il gres infatti, è prodotto con materie prime perlopiù naturali, totalmente riciclabile, inerte e ignifugo, e rappresenta una scelta consapevole per chi desidera ridurre l’impatto ambientale senza rinunciare ai propri desideri.
La lunga durata riduce sprechi e costi di sostituzione a lungo termine, mentre la resistenza agli agenti atmosferici ne fa un investimento a lungo termine.

Un loft metropolitano ovunque
Vivere un appartamento industrial chic non è più un privilegio riservato ai newyorkesi.
Con il pavimento effetto cemento in gres porcellanato, ogni casa può trasformarsi in uno spazio di design metropolitano, grintoso e a prova di famiglia, qualunque essa sia.

Torino sperimenta la badante di condominio: un nuovo modello di assistenza per gli anziani

Un aiuto quotidiano ma non invasivo, una figura di riferimento per gli anziani soli e un modello di welfare di prossimità che punta a rafforzare la coesione sociale nei condomini. A Torino nasce il primo esperimento della badante di condominio, un’innovazione che potrebbe ridefinire l’assistenza agli anziani e alle persone fragili, rispondendo alle nuove sfide demografiche e sociali.

Un aiuto concreto per contrastare l’isolamento
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di:
– Supportare gli anziani soli, offrendo aiuto quotidiano senza la necessità di un’assistenza continuativa.
– Prevenire l’isolamento sociale, garantendo una presenza amica e professionale a cui rivolgersi per piccoli bisogni e attività quotidiane.
– Ottimizzare le risorse, grazie a una figura condivisa tra più nuclei abitativi.
Si tratta di un progetto che rientra nel concetto di città intelligente e solidale, un modello in cui i servizi non sono solo digitali ma anche umani, distribuiti sul territorio per creare una rete di assistenza diffusa e accessibile.

Perché questo esperimento è necessario?
L’invecchiamento della popolazione e il calo demografico stanno modificando profondamente il concetto di famiglia e di vicinato, rendendo sempre più urgente trovare nuovi modelli di abitare che coniughino tecnologia, cura e relazioni umane.
In particolare:
– Aumentano le persone fragili, tra cui anziani, disabili e famiglie monoparentali.
– Cambia la struttura sociale, con sempre più persone sole e meno reti di supporto familiari.
– Servono nuovi modelli abitativi, in cui l’innovazione digitale si affianca a un sistema di assistenza condivisa.
La badante di condominio potrebbe diventare un punto di riferimento per chi necessita di un aiuto quotidiano flessibile, senza dover ricorrere a un’assistenza dedicata.

Un esperimento che potrebbe rivoluzionare l’assistenza agli anziani
Il progetto torinese rappresenta una risposta innovativa alle sfide dell’invecchiamento e della solitudine. Se l’esperimento dovesse funzionare, potrebbe diventare un modello replicabile in altre città, contribuendo a ridefinire il concetto di cura e supporto sociale nelle comunità urbane.
Un passo avanti verso una città più inclusiva, dove il welfare non si limita agli interventi istituzionali, ma prende forma nelle relazioni quotidiane tra vicini.

Montascale per anziani: soluzioni pratiche per rendere i condomini accessibili a tutti

Hai mai pensato a quante persone nel tuo condominio potrebbero avere difficoltà a salire le scale? Con oltre 14 milioni di italiani sopra i 65 anni, l’invecchiamento della popolazione è una realtà con cui tutti gli amministratori di condominio devono fare i conti. Le barriere architettoniche, sono diventate sempre più una questione centrale nella gestione degli edifici residenziali.

Pensa a quel condomino anziano che ultimamente evita di uscire di casa, o a quella signora del quarto piano che fatica sempre più a portare su la spesa. Dietro questi piccoli segnali si nasconde spesso un grande problema: le scale sono diventate un ostacolo insormontabile. Per fortuna, esistono soluzioni efficaci che non richiedono costosi interventi strutturali. I montascale per anziani rappresentano un’opzione pratica che permette di muoversi liberamente tra i piani senza bisogno di opere murarie invasive. Una soluzione che fa la differenza nella vita quotidiana di chi ha problemi di mobilità.

Vuoi scoprire come migliorare l’accessibilità del tuo condominio? Continua a leggere per conoscere normative, agevolazioni fiscali e aspetti tecnici che ogni amministratore dovrebbe conoscere per rendere gli spazi comuni accessibili a tutti i residenti.

Cosa dice la legge sulle barriere architettoniche nei condomini: diritti e doveri
Non tutti sanno che quando si parla di eliminazione delle barriere architettoniche, la legge è dalla parte di chi ha problemi di mobilità. La Legge 13/1989 è chiarissima: ogni persona con disabilità o difficoltà motorie ha il diritto di installare dispositivi come i montascale per anziani, anche se gli altri condomini non sono d’accordo. La normativa riconosce infatti il diritto fondamentale di ogni cittadino di accedere liberamente alla propria abitazione, senza barriere o impedimenti.
Il DM 236/1989 entra più nel dettaglio tecnico, spiegando quali requisiti devono avere questi dispositivi per essere a norma. Non sono cavilli burocratici, ma garanzie di sicurezza per tutti. Come amministratore, conoscere queste norme ti mette al riparo da contestazioni e ti permette di guidare il condominio verso le scelte migliori.
Un aspetto che spesso genera confusione riguarda le procedure per l’approvazione in assemblea. In teoria, l’installazione di un montascale nelle parti comuni richiede la maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio. Ma c’è un “ma” importante: se la richiesta viene da una persona con disabilità certificata, può procedere anche senza l’ok dell’assemblea, con una semplice comunicazione all’amministratore.
È importante considerare che le statistiche evidenziano come il 75% delle cadute domestiche degli anziani sia legato all’utilizzo delle scale. Si tratta di una problematica seria che può comportare conseguenze significative sulla qualità della vita e sull’autonomia delle persone. Ogni montascale per anziani installato rappresenta quindi un importante miglioramento nella sicurezza domestica.

Risparmiare con le agevolazioni fiscali: come rendere conveniente l’installazione di un montascale
“Costa troppo” è la prima obiezione che sentirai quando si parla di installare montascale per anziani in condominio. Ma sai che grazie alle agevolazioni fiscali il costo effettivo può ridursi drasticamente? La detrazione del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche è una opportunità concreta che pochi conoscono nei dettagli.
Introdotta con la Legge di Bilancio 2022 e confermata anche per il 2025, questa agevolazione ti permette di recuperare tre quarti della spesa sostenuta, distribuita in 10 quote annuali. Un vero e proprio tesoretto fiscale che rende l’investimento molto più accessibile di quanto si pensi. Secondo i recenti chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, quando un montascale viene installato per uso esclusivo di un condomino con disabilità, la detrazione del 75% spetta interamente a chi ha sostenuto le spese.
I limiti di spesa sono generosi e dipendono dalle dimensioni del condominio:
● 50.000 euro per edifici unifamiliari o singole unità
● 40.000 euro moltiplicato per il numero di appartamenti negli edifici da 2 a 8 unità
● 30.000 euro moltiplicato per il numero di appartamenti negli edifici con più di 8 unità
E non è tutto! Per le persone con disabilità certificata, c’è anche l’IVA agevolata al 4% invece del solito 22%. Fai un rapido calcolo e vedrai che la differenza è sostanziale.
Con un po’ di attenzione nella gestione delle pratiche, puoi ottenere un risparmio significativo che renderà l’installazione di montascale per anziani una scelta non solo etica ma anche economicamente vantaggiosa per il condominio.

Quale montascale scegliere? Guida pratica alle diverse tipologie per condomini
Non tutti i montascale sono uguali, e scegliere quello giusto può fare la differenza tra una soluzione ottimale e un investimento deludente. I montascale per anziani si dividono in diverse categorie, ciascuna pensata per risolvere problemi specifici.
Per le scale dritte senza curve o pianerottoli, i montascale rettilinei sono la soluzione più semplice ed economica. L’installazione è veloce (bastano poche ore) e i costi sono contenuti. Sono perfetti per quelle tipiche rampe di scale che collegano i piani in molti condomini italiani, e sono ottime per quei pochi gradini che spesso separano l’ingresso dall’ascensore condominiale.
Ma sappiamo bene che le scale condominiali raramente sono semplici e lineari. Per quelle con curve, angoli o pianerottoli intermedi, esistono i montascale curvilinei. Sono progettati su misura, con binari che seguono esattamente il percorso della scala, offrendo una flessibilità impareggiabile e possono essere installati praticamente ovunque.
Hai mai sentito parlare dei montascale a pedana? Sono pensati per chi usa la sedia a rotelle o ha difficoltà a sedersi e alzarsi. Invece di una poltroncina o di una sedia, hanno una piattaforma su cui si può salire direttamente con la carrozzina. Una soluzione molto apprezzata in contesti dove vivono persone con disabilità motorie più complesse.
E per le scale esterne? Esistono montascale per esterni, progettati con materiali resistenti alle intemperie e sistemi di protezione specifici. Sono ideali per quei condomini dove l’accesso principale è preceduto da una scalinata esterna.
Quando si parla di costi, i montascale per anziani hanno prezzi variabili: in linea generale, i montascale rettilinei hanno costi più contenuti rispetto a quelli curvilinei, che dipendono anche dalla lunghezza delle scale o del numero di piani da servire. Con le detrazioni fiscali, il costo effettivo può ridursi fino a un quarto, rendendo l’investimento accessibile e in grado di migliorare concretamente la vita delle persone.

Come si installa un montascale in condominio? Aspetti tecnici e pratici da considerare
“Ma si può davvero installare un montascale nella nostra scala? Non è troppo stretta?” Queste sono domande che sentirai spesso dai condomini. La verità è che i moderni montascale per anziani possono essere installati in quasi tutte le situazioni, ma ci sono alcuni aspetti tecnici da verificare prima.
La larghezza della scala è il primo elemento da controllare: idealmente, servono almeno 75-80 centimetri per garantire un’installazione sicura. La buona notizia è che anche installando una soluzione come il montascale, la scala rimarrà libera per il passaggio e tutti i coinquilini potranno continuare a utilizzare la scala senza problemi.
Non preoccuparti troppo della portata della struttura: i montascale moderni sono sorprendentemente leggeri e distribuiscono il peso in modo uniforme.
D’altra parte, un aspetto spesso trascurato è lo spazio per l’imbarco e lo sbarco. All’inizio e alla fine della scala deve esserci un’area sufficiente per permettere all’utilizzatore di salire e scendere comodamente dal montascale. Un buon tecnico saprà consigliarti le soluzioni migliori anche in spazi ristretti.
Dal punto di vista pratico, l’installazione di montascale per anziani nelle parti comuni segue alcuni passaggi ben definiti:
1. Richiesta formale da parte del condomino interessato
2. Delibera assembleare (a meno che non si tratti di una persona con disabilità certificata)
3. Preventivi da aziende specializzate come Stannah, con esperienza specifica in montascale per anziani
4. Verifica della conformità tecnica e delle eventuali autorizzazioni
5. Installazione, che solitamente richiede poche ore senza opere murarie invasive
6. Collaudo e formazione sull’utilizzo del dispositivo
Una buona notizia: l’installazione di un montascale non è considerata una modifica strutturale dell’edificio e quindi non richiede permessi edilizi complessi. Questo semplifica notevolmente tutto il processo e riduce i tempi di attesa.

Montascale vs ascensore: perché i montascale per anziani sono spesso la scelta migliore
Quando si parla di eliminare le barriere architettoniche in condominio, la domanda sorge spontanea: meglio un montascale o un ascensore? Se guardi solo al prestigio, l’ascensore sembra la soluzione ideale. Ma nella pratica, i montascale per anziani offrono vantaggi che spesso li rendono la scelta più sensata.
Partiamo dai costi: un ascensore condominiale parte da circa 25.000 euro, ma con le opere murarie necessarie si arriva facilmente a 50.000-60.000 euro. E non finisce qui: aggiungi la manutenzione obbligatoria (circa 1.500 euro all’anno), i consumi elettrici continui e le revisioni periodiche imposte dalla legge.
I tempi di realizzazione sono un altro fattore critico: per installare un ascensore servono settimane, se non mesi, di lavori invasivi. Polvere, rumore, operai che vanno e vengono… un vero disagio per tutti i condomini. Senza contare le autorizzazioni comunali, che possono richiedere tempi lunghi e iter burocratici complessi.
In confronto, i montascale per anziani sono una soluzione molto più pratica: costano meno (soprattutto considerando le detrazioni fiscali), si installano in poche ore senza opere murarie, consumano pochissima energia elettrica e richiedono una manutenzione minima. Sono anche adattabili a quasi tutte le scale esistenti, senza bisogno di modificare la struttura dell’edificio.
La durabilità è un altro punto a favore: un montascale di qualità, come quelli prodotti da Stannah, ha una vita media di 15-20 anni con una manutenzione ordinaria. Un investimento che si ripaga nel tempo e che offre un servizio prezioso a chi ne ha bisogno.
Certo, un montascale serve principalmente agli anziani e alle persone con difficoltà motorie, mentre l’ascensore è utile a tutti. Ma bisogna essere pragmatici: in molti condomini, specialmente quelli più piccoli o meno abbienti, l’ascensore rimane un sogno irrealizzabile, mentre il montascale è una soluzione concreta e accessibile che può essere implementata subito.

Come gestire un montascale in condominio: consigli pratici per amministratori
Una volta installato il montascale, come gestirlo al meglio? Ecco alcuni consigli pratici che derivano dall’esperienza di chi ha già affrontato questa situazione.
La ripartizione delle spese è spesso motivo di discussione. La regola generale è che, se il montascale viene installato su richiesta di un condomino con disabilità, le spese sono a suo carico, anche se spesso questa ripartizione prevede anche l’utilizzo esclusivo del montascale per il condomino che ne richiede l’installazione. Ma nulla vieta all’assemblea di decidere una ripartizione diversa, considerando che il dispositivo aumenta il valore dell’intero edificio e che nel futuro può diventare utile per più condomini. In alcuni condomini si è optato per una soluzione di compromesso: il richiedente copre i costi di installazione, mentre le spese di manutenzione vengono condivise tra tutti.
Una attenzione particolare deve essere prestata all’ambito fiscale. La detrazione è possibile solo per quei condomini che partecipano alla spesa iniziale. Coloro che volessero richiederne l’utilizzo successivamente all’installazione non possono più godere delle detrazioni.
La manutenzione periodica è fondamentale per garantire che il montascale funzioni sempre in modo sicuro ed efficiente. Ti consigliamo di stipulare un contratto di assistenza con l’azienda installatrice, che preveda controlli regolari. Il costo è contenuto e ti mette al riparo da brutte sorprese.
Un aspetto che spesso viene trascurato è l’assicurazione. Verifica che la polizza condominiale copra anche eventuali incidenti legati all’uso del montascale. In caso contrario, potrebbe essere necessario un’estensione specifica. Non è un costo elevato, ma è una protezione importante.
Fondamentale è anche la formazione di chi userà il montascale. I moderni montascale per anziani sono intuitivi e facili da usare, ma una breve sessione di training può evitare errori e garantire un utilizzo corretto e sicuro. Coinvolgi l’azienda installatrice, che solitamente offre questo servizio come parte del pacchetto.
È utile anche creare un semplice regolamento per l’utilizzo del montascale, che specifichi:
● Chi può utilizzarlo (solo i residenti o anche i loro ospiti?)
● Come comportarsi in caso di guasto
● Chi contattare per assistenza
● Come mantenere pulito e in ordine il dispositivo
Un regolamento chiaro, approvato dall’assemblea, previene malintesi e conflitti, rendendo la convivenza più serena per tutti i condomini.

I montascale per anziani aumentano il valore del tuo condominio: ecco perché
Installare un montascale non è solo un atto di civiltà verso i condomini con problemi di mobilità, ma anche un investimento che valorizza l’intero edificio. In un paese che invecchia come l’Italia, l’accessibilità sta diventando un fattore sempre più importante nella valutazione degli immobili.
Pensa a quanto è cambiato il mercato immobiliare negli ultimi anni. Le nuove generazioni di anziani sono più attive, più esigenti e hanno maggiori disponibilità economiche rispetto al passato. Quando cercano casa, l’accessibilità è tra i primi requisiti che considerano. Un condominio dotato di montascale per anziani diventa automaticamente più appetibile per una fascia crescente di potenziali acquirenti o affittuari.
I benefici non sono solo per il futuro. Anche nel presente, un condominio accessibile favorisce una migliore coesione sociale tra i residenti. Gli anziani che possono muoversi liberamente partecipano più attivamente alla vita condominiale, sono più presenti alle assemblee, mantengono relazioni più strette con i vicini. Tutto questo si traduce in un ambiente più armonioso e in una gestione più serena del condominio.
Non sottovalutare poi l’effetto “domino” positivo: una volta che un condomino installa un montascale e gli altri vedono i benefici concreti, spesso nascono nuove richieste. In diversi casi, condomini che inizialmente erano scettici hanno poi deciso di contribuire all’acquisto di un secondo montascale per un’altra scala dell’edificio, avendo constatato l’utilità del primo.
Come amministratore, promuovere l’installazione di montascale per anziani significa anche dimostrare una visione moderna e inclusiva della gestione condominiale. I condomini apprezzeranno questa attenzione alle esigenze di tutti, rafforzando la tua posizione professionale e la fiducia nei tuoi confronti.

I montascale per anziani: una soluzione che guarda al futuro
Con oltre 14 milioni di italiani sopra i 65 anni, l’accessibilità negli edifici residenziali è diventata una questione centrale per molti condomini. Di conseguenza, i montascale per anziani offrono una risposta concreta a questa esigenza, combinando al contempo praticità e sostenibilità economica.
Inoltre, le attuali agevolazioni fiscali, con detrazioni fino al 75%, rendono questi dispositivi accessibili anche per condomini con budget limitati. Allo stesso modo, l’installazione rapida e senza opere invasive li rende una soluzione particolarmente attraente rispetto ad alternative più complesse e costose.
Per quanto riguarda gli amministratori, promuovere l’accessibilità significa non solo valorizzare l’immobile, ma anche rispondere alle esigenze di una popolazione che cambia. Infatti, i condomini dotati di sistemi di mobilità assistita risultano più appetibili sul mercato e, contemporaneamente, favoriscono una migliore qualità della vita per tutti i residenti.
In definitiva, investire oggi nell’accessibilità significa prepararsi a un futuro in cui la mobilità limitata non sarà più un ostacolo alla vita indipendente. Pertanto, si tratta di una scelta che unisce responsabilità sociale e visione strategica, rendendo di fatto i condomini più inclusivi e al passo con i tempi.

Materiali da costruzione: quando gli scarti industriali diventano risorse

casa in costruzione

Il settore edilizio è in piena trasformazione, con una spinta sempre più forte verso la sostenibilità e l’adozione di modelli di economia circolare. Il riciclo dei materiali non è più una scelta opzionale, ma una necessità concreta per ridurre l’impatto ambientale e il consumo di risorse naturali. In questo scenario, gli scarti industriali stanno assumendo un ruolo chiave, trasformandosi in nuove materie prime per il mondo delle costruzioni.

L’economia circolare: un nuovo paradigma per l’edilizia
L’economia circolare rappresenta una rivoluzione rispetto ai tradizionali modelli economici, basati sul consumo lineare delle risorse. Invece di estrarre, lavorare, consumare e smaltire, questo approccio punta a riutilizzare, riciclare e rigenerare, allungando la vita utile dei materiali e riducendo la quantità di rifiuti da smaltire.
L’edilizia, grazie alla sua varietà di materiali e processi produttivi è uno dei settori che più beneficia di questa transizione. Molti elementi non strutturali possono essere realizzati a partire da materiali riciclati, garantendo efficienza energetica e alte prestazioni senza sacrificare la qualità.

Dal settore industriale all’edilizia: gli scarti che diventano materiali da costruzione
Il recupero di scarti da diversi ambiti industriali offre opportunità sorprendenti per la costruzione di edifici più sostenibili e innovativi. Ecco alcuni esempi:
– Siderurgia : Le scorie siderurgiche e le polveri derivanti dalla lavorazione dell’acciaio vengono riutilizzate per la produzione di calcestruzzi e per la realizzazione di acciaio riciclato, utile soprattutto nella bioedilizia. Tuttavia, il processo di riciclo richiede ancora un elevato consumo energetico e deve garantire qualità e prestazioni comparabili al materiale vergine.
– Plastica riciclata: Considerata uno dei materiali più difficili da smaltire, la plastica recuperata trova nuova vita nell’edilizia, impiegata per rivestimenti, pavimenti, pannelli e arredi. La sfida principale è sviluppare processi di riciclo più efficienti e meno costosi, garantendo uniformità nelle prestazioni finali.
– Vetro: Il vetro riciclato viene utilizzato per creare piastrelle, elementi decorativi e rivestimenti, soprattutto nell’ambito del design edilizio. Sebbene il riciclo sia una valida alternativa alla produzione di nuovo vetro, i costi spesso risultano elevati.
– Carta e cartone: L’industria cartaria produce grandi quantità di materiali riciclabili, impiegati nel settore edilizio per la realizzazione di pannelli isolanti e innovativi mattoni in carta-cemento.
– Settore tessile: Gli scarti tessili trovano impiego nella creazione di pannelli isolanti e nuovi tessili destinati al settore dell’arredamento, offrendo soluzioni ecologiche e performanti.

Verso un futuro edilizio più sostenibile
L’integrazione dei materiali riciclati nell’edilizia non è solo un’innovazione tecnologica, ma una necessità per garantire uno sviluppo sostenibile. Ridurre il consumo di risorse naturali, abbattere le emissioni di CO₂ e migliorare l’efficienza energetica degli edifici sono sfide centrali, sostenute anche dalle direttive dell’Unione Europea.
Grazie alla sperimentazione e alla ricerca, il settore sta evolvendo rapidamente, dimostrando che la qualità costruttiva può andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente. Il futuro dell’edilizia sarà sempre più circolare, efficiente e sostenibile, con materiali riciclati che diventeranno un punto di riferimento nelle costruzioni del domani.

No agli alberi troppo vicini al confine tra due proprietà: cosa dice la legge

Il Codice Civile, integrato da eventuali regolamenti locali, stabilisce precise distanze minime da rispettare per prevenire conflitti e garantire a ogni proprietario il pieno godimento della propria terra. Ignorare queste regole non è consentito, e chi subisce un’occupazione indebita del proprio spazio può chiedere l’eliminazione delle piante in eccesso. Vediamo quali sono le distanze da rispettare e cosa fare se il tuo vicino non le osserva.

Distanze legali per piantare alberi: cosa dice il Codice Civile
La norma di riferimento in questa materia è l’articolo 892 del Codice Civile, che stabilisce regole precise per la distanza minima delle piantagioni dal confine tra due proprietà. Secondo questa disposizione:
– Gli alberi di alto fusto devono essere piantati ad almeno 3 metri dal confine.
– Gli alberi di non alto fusto devono rispettare una distanza di 1,5 metri.
– Siepi, viti, arbusti e piante da frutto (altezza massima 2,5 metri) devono distare almeno 0,5 metri.
Queste misure vengono calcolate dalla base esterna del tronco nel momento della piantagione. Se si tratta di una semina o di una talea, si considera il punto in cui il fusto è destinato a sorgere.
Se tra le due proprietà è presente un muro divisorio, le distanze potrebbero non essere obbligatorie, a patto che le piante non superino l’altezza della struttura. Se un albero cresce oltre il livello del muro, il vicino può chiedere la potatura per riportarlo al di sotto del limite.

Cosa fare se il vicino pianta alberi troppo vicini
Se le piante del vicino invadono il tuo spazio e non rispettano le distanze previste dai regolamenti comunali, dagli usi locali o dal Codice Civile, hai diritto a esigerne l’estirpazione.
L’articolo 894 del Codice Civile è molto chiaro: “Il vicino può esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che sono piantati o nascono a distanza minore di quelle indicate dagli articoli precedenti”.
Estirpare significa rimuovere completamente la pianta, sradicandola. Si tratta di un diritto pieno, che può essere fatto valere anche attraverso un’azione legale per ripristinare la legalità della situazione.

Perché regole così rigide sulle distanze degli alberi
Le disposizioni sulle distanze tra piante e confini non sono arbitrarie: servono a prevenire conflitti di vicinato e a tutelare i diritti di ogni proprietario. La Corte di Cassazione (sentenza n. 35377/2022) ha spiegato che queste regole evitano problemi legati alla crescita incontrollata degli alberi, come:
– Riduzione di aria e luce: chiome troppo vicine possono oscurare eccessivamente gli spazi del vicino.
– Diminuzione del soleggiamento: una pianta alta può compromettere la crescita di colture o il godimento del giardino confinante.
– Ostruzione della vista panoramica: un albero troppo vicino può bloccare una visuale preesistente .
– Caduta di foglie, frutti e rami secchi: creando fastidi e danni alla proprietà confinante.
– Invasione delle radici : se le radici si espandono nel terreno del vicino, possono danneggiare le strutture (disciplinato dall’art. 896 del Codice civile).
Le distanze legali servono quindi a creare una zona di sicurezza, evitando questi problemi e garantendo il giusto equilibrio tra le esigenze di chi coltiva e chi vive accanto.

Può cadere in prescrizione il diritto di chiedere la rimozione di alberi troppo vicini?
Potresti pensare che, se un albero è stato piantato troppo vicino molti anni fa, il diritto a chiederne la rimozione sia scaduto o che il vicino abbia acquisito per usucapione il diritto di mantenerlo lì. Non è così.
La Corte di Cassazione (sentenze n. 35377/2022 e n. 25188/2021) ha chiarito che il diritto del proprietario a esigere l’estirpazione di alberi piantati a distanza illegale non si estingue nel tempo. L’usucapione riguarda i diritti reali (come la proprietà di un terreno), mentre la presenza di un albero a distanza non consentita rappresenta una violazione della legge che può essere contestata sempre.
L’unico caso in cui il vicino potrebbe opporsi è quello in cui abbia acquisito per usucapione la proprietà della striscia di terreno su cui insiste l’albero, ma si tratta di un’ipotesi giuridica ben distinta. In generale, chiunque abbia un albero piantato a distanza illegale può essere obbligato a rimuoverlo, anche dopo molti anni.

Come proteggere i tuoi diritti
La legge italiana stabilisce regole precise sulle distanze degli alberi dal confine, per evitare danni e conflitti tra vicini. Se le piante del vicino invadono il tuo spazio , puoi chiedere la potatura o l’estirpazione, facendo valere il tuo diritto.
Queste norme non servono solo a tutelare il singolo proprietario, ma garantiscono anche equità e buon senso nel rapporto tra confinanti. Prima di agire, verifica sempre i regolamenti comunali o gli usi locali, per accertarti che esistano norme più restrittive o specifiche.
Quando il rispetto delle distanze non viene garantito, la legge ti mette a disposizione strumenti di tutela concreti per ristabilire la legalità e proteggere il tuo diritto a godere pienamente della tua proprietà.

Lavoro domestico: aggiornati i minimi retributivi

Dal 1° gennaio 2025 sono scattati gli aumenti per colf, badanti e baby sitter, seppur contenuti. Un incremento che, secondo Alfredo Savia, presidente di Fidaldo, rappresenta un segnale positivo per le famiglie datrici di lavoro domestico, garantendo maggiore stabilità economica e sostenibilità dopo le variazioni più marcate dovute all’inflazione degli anni precedenti.

Incrementi retributivi: cosa cambia per il 2025
L’aumento complessivo delle retribuzioni è pari allo 0,96% rispetto al 2024, in linea con l’ Indice Istat dei prezzi al consumo, che ha registrato una variazione dell’1,2%.
Per una colf assunta a ore con inquadramento B, il compenso orario passa da 6,62 euro a 6,68 euro, con un incremento di 6 centesimi per ora lavorata.
Una badante convivente per una persona non autosufficiente (livello Cs) vedrà un adeguamento della retribuzione mensile, che sale da 1.127,04 euro a 1.137,86 euro, con un incremento di 10,82 euro al mese.
Per una baby sitter (inquadramento Bs), la tariffa oraria passa da 7,03 euro a 7,10 euro, con un aumento di 7 centesimi l’ora.

Stabilità e legalità nel lavoro domestico
«Questi nuovi minimi rappresentano un riferimento, ma in alcuni casi potrebbero già essere assorbiti dalle retribuzioni effettive», chiarisce Savia. La Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico (Fidaldo), che riunisce associazioni di categoria come Nuova Collaborazione, Assindatcolf, A.D.L.D. e A.D.L.C , continua a sostenere un sistema che garantisca stabilità, legalità e dignità per tutti i lavoratori domestici.

L’aggiornamento retributivo annuale è un passaggio fondamentale per trovare un equilibrio tra la tutela dei lavoratori e la sostenibilità economica delle famiglie. Con la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, il 2025 potrebbe segnare un nuovo capitolo per il settore del lavoro domestico in Italia.