L’urbanistica non è un ostacolo, né un mero obbligo normativo: è la chiave per costruire città più sicure, sostenibili e vivibili. L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) rilancia questa visione con il suo XXXII Congresso, che si terrà a Roma dal 22 al 24 maggio presso la Casa dell’Architettura, nel suggestivo complesso dell’Acquario Romano.
Verso una riforma urbanistica nazionale
Secondo il presidente dell’INU, Michele Talia, il momento è propizio per una svolta significativa. Le soluzioni rapide e poco strutturate, come il cosiddetto Salva Milano, stanno perdendo terreno, lasciando spazio alla consapevolezza che serve una riforma urbanistica di ampio respiro, capace di rispondere alle sfide ambientali e sociali con strumenti adeguati.
L’INU ha già avanzato una proposta di legge nel luglio scorso, frutto di un percorso partecipato e di un confronto costante con esperti del settore. Il congresso sarà l’occasione per consolidare questa visione e discutere come ridefinire priorità e strumenti, affinché la pianificazione non sia vista come una mera imposizione burocratica, ma come una leva di trasformazione concreta per migliorare la qualità della vita urbana.
Un programma ricco di incontri e approfondimenti
Il congresso si articolerà su tre giornate:
– Il 22 maggio sarà dedicato alla Rassegna Urbanistica del Lazio (RUR), uno spazio di analisi e riflessione sulle politiche urbanistiche regionali.
– Il 23 maggio sarà il fulcro del congresso, con dibattiti e interventi di rappresentanti istituzionali, politici e associazioni coinvolte nel processo di riforma.
– Il 24 maggio, presso l’Università La Sapienza, si terrà l’Assemblea dei Soci, un momento chiave per delineare le prossime strategie dell’INU.
L’obiettivo è chiaro: rendere la pianificazione urbana uno strumento efficace, in grado di produrre risultati tangibili per la sostenibilità ambientale, l’efficienza dei servizi e la sicurezza delle città.
Il XXXII Congresso dell’INU segna un passo decisivo nella costruzione di un’urbanistica finalmente percepita non come un ostacolo, ma come un’opportunità.
Firmato l’accordo di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Gas-Acqua per il triennio 2025-2027, che riguarda circa 48.000 lavoratori del settore. L’intesa, sottoscritta tra le associazioni datoriali Utilitalia, Proxigas, Assogas e Anfida e le organizzazioni sindacali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, introduce novità sia sul trattamento economico sia su quello normativo, garantendo maggiore stabilità per il comparto.
Le associazioni di categoria hanno espresso soddisfazione per la chiusura rapida del negoziato, sottolineando come l’accordo salvaguardi il potere d’acquisto dei lavoratori, tenendo conto del forte aumento dell’inflazione registrato nel triennio precedente, e garantisca sostenibilità per le imprese, impegnate in investimenti sulle infrastrutture e sulla qualità del servizio.
Un nuovo sistema di classificazione e più tutele sul lavoro
Sul piano normativo, il rinnovo introduce un aggiornamento del sistema di classificazione del personale, per adattarlo alle nuove competenze richieste dal settore e all’evoluzione dei processi di lavoro. Tra le modifiche più rilevanti:
– Revisione dei profili professionali, con una maggiore valorizzazione delle soft skills.
– Nuovi criteri per gli inquadramenti dal 2° al 6° livello, con effetti a partire dal 2027.
L’accordo rafforza anche il sistema di relazioni industriali, estendendo le competenze dell’ Osservatorio Nazionale a temi strategici come intelligenza artificiale, sostenibilità e parità retributiva.
Grande attenzione anche alla sicurezza sul lavoro, con il potenziamento dell’ Organismo bilaterale nazionale, che avrà un ruolo chiave nel monitoraggio delle condizioni dei lavoratori.
Orari ridotti e nuove misure per la conciliazione vita-lavoro
Un altro punto significativo riguarda la gestione dei tempi di lavoro. Dal 1° gennaio 2026, l’orario settimanale medio sarà ridotto a 38 ore, con una diminuzione di mezz’ora per tutti i dipendenti.
Sono previsti anche miglioramenti economici e normativi per i lavoratori in reperibilità, per ridurre i disagi di un servizio che resta cruciale per la continuità e la sicurezza delle forniture.
Maggiori tutele per le fasce più fragili
Il rinnovo contrattuale introduce nuove garanzie per i lavoratori più vulnerabili, con misure dedicate alla parità di genere, inclusione e welfare aziendale.
Tra le novità più rilevanti, la modifica della normativa su malattia e infortunio non professionale, con l’introduzione di comporti più favorevoli per disabili e malati gravi.
Gli aumenti salariali e il nuovo sistema di produttività
Sul piano economico, l’accordo prevede un aumento a regime di 260 euro sui minimi retributivi. Inoltre, per incentivare la produttività, dal 2026 scatteranno 15 euro aggiuntivi legati al raggiungimento di obiettivi di efficienza e qualità del servizio, sulla base dei parametri di Arera.
È previsto anche un incremento del welfare contrattuale, con 7 euro destinati alla previdenza complementare, all’assistenza sanitaria integrativa e all’assicurazione per invalidità e premorienza.
Il sistema di incentivi servirà anche per gestire gli scostamenti dell’inflazione, garantendo una maggiore stabilità economica ai lavoratori alla fine del triennio.
Il primo aumento scatterà a luglio 2025, previa approvazione dell’accordo da parte delle assemblee dei lavoratori, che si riuniranno nelle prossime settimane. Per la vacanza contrattuale, è previsto un bonus una tantum di 230 euro.
Un accordo che garantisce stabilità e qualità del servizio
Il rinnovo del CCNL Gas-Acqua per il triennio 2025-2027 rappresenta un passo importante per il settore, con misure che bilanciano tutela dei lavoratori e sostenibilità per le aziende. L’accordo assicura miglioramenti economici e normativi, maggiore attenzione ai lavoratori fragili, nuove strategie per la produttività e una riduzione dell’orario di lavoro, rispondendo alle sfide di un comparto sempre più strategico per il Paese.
Ora la parola passa ai lavoratori, chiamati a ratificare l’intesa nelle assemblee sindacali, che definiranno gli ultimi dettagli prima dell’entrata in vigore del nuovo contratto.
Approvato dal Consiglio regionale il Piano di gestione dei rifiuti speciali che, confermando gli obiettivi del precedente piano del 2018, individua target più coerenti con l’arco temporale al 2030, quali ridurre almeno del 5% la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi e almeno del 10% la produzione dei rifiuti speciali pericolosi e garantire un conferimento in discarica di rifiuti speciali non superiore al 5% del totale, in peso, dei rifiuti speciali prodotti. Ma, rispetto al precedente Piano, vengono introdotte alcune novità.
«Per la prima volta, all’interno del piano di gestione dei rifiuti speciali, trova collocazione la sezione dedicata ai fanghi da depurazione e anche un programma per la riduzione della pericolosità e della produzione dei rifiuti – commenta l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – Questo piano, che completa l’aggiornamento della pianificazione regionale dei rifiuti, si inserisce in un grande disegno nell’ottica del potenziamento dell’economia circolare con la possibilità di usare i fondi FESR (Fondi europei di sviluppo regionale) che ammontano a 36 milioni di euro, dedicati proprio all’economia circolare, per i quali si prospetterà nell’arco dell’anno l’apertura di bandi specifici».
Sono 11 le filiere individuate tra le quali spicca, per quantità, quella dei rifiuti da costruzione e demolizione e, per interesse strategico, quella dei RAEE, ovvero i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Altre filiere sono quelle, ad esempio, degli pneumatici fuori uso, olii minerali usati, pile e batterie, rifiuti da imballaggio e rifiuti sanitari.
Riassumendo, le principali novità introdotte rispetto alla precedente pianificazione riguardano l’introduzione di un capitolo relativo alla gestione dei fanghi di depurazione e più precisamente sui fanghi di depurazione delle acque reflue urbane; un approfondimento dedicato alla riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi con specifiche azione da mettere in campo per i prossimi anni; una stima sulla necessità di trattamento dei rifiuti speciali al 2030 con una valutazione, puramente indicativa, sul fabbisogno di valorizzazione energetica e di smaltimento in discarica per i prossimi anni.
Comunicato stampa
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A cura di Deborah Maria Foti – Ufficio Stampa ANAPI
Tra i primi segnali della visione globale del 267º Pontefice della Chiesa universale, Papa Leone XIV, emergono le parole pronunciate dal nuovo Papa nel seminario “Affrontare i problemi della crisi ambientale alla luce della Laudato si’ e della Laudate Deum”, che offrono uno sguardo chiaro sulle sue posizioni in materia di ambiente ed energia.
“Dall’azione alle parole”: la sfida della crisi climatica
Nel suo intervento, Papa Leone XIV ha sottolineato con forza che l’uomo deve passare dal discorso all’azione per contrastare il degrado ambientale.
“Il dominio sulla natura, delegato da Dio, non deve essere dispotico. L’uomo è un amministratore, chiamato a rendere conto del suo operato in un rapporto di reciprocità con l’ambiente. La nostra missione è trattare la natura come fa il suo Creatore, condannando ogni forma di sfruttamento tirannico che avvantaggia solo pochi”, ha affermato il Pontefice.
La visione del Papa pone dunque l’etica ambientale al centro della responsabilità umana, sollecitando un nuovo modello di gestione delle risorse naturali basato sulla solidarietà e il rispetto del pianeta.
Una nuova economia per un mondo più sostenibile
Secondo Papa Leone XIV, l’economia deve migliorare il mondo, non distruggerlo. Per questo, ha proposto una trasformazione radicale che contrasti la cultura dello scarto, favorendo modelli circolari di produzione e consumo, dove il riciclo e il riuso diventano la chiave di un progresso sostenibile.
“Abbiamo bisogno di un’economia umana, che rispetti l’ambiente e promuova la dignità delle persone”, ha ribadito il Pontefice, delineando un modello che punta alla riduzione degli sprechi e a un equilibrio tra sviluppo e salvaguardia ecologica.
La lotta alla crisi climatica passa dalla cooperazione globale
Per Papa Leone XIV, la risposta alla crisi climatica non può essere frammentaria, ma deve basarsi su un’azione congiunta tra Paesi e istituzioni internazionali.
Nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di un ordine giuridico, politico ed economico globale, che permetta di rafforzare il lavoro congiunto per uno sviluppo equo.
“La crisi ambientale è una sfida comune: dobbiamo lavorare insieme per garantire il futuro di tutti i popoli in solidarietà”, ha dichiarato, sollecitando un maggiore impegno internazionale per politiche climatiche più efficaci.
Tecnologia e sostenibilità: opportunità e rischi
Nel suo discorso, il Pontefice ha riconosciuto il ruolo cruciale dello sviluppo tecnologico, evidenziando i suoi benefici importanti per la transizione ecologica. Tuttavia, ha anche messo in guardia dalle conseguenze nocive di un progresso tecnologico non regolato, che può compromettere gli equilibri ambientali.
L’appello è chiaro: l’innovazione deve servire il pianeta, non minacciarlo.
L’impegno concreto della Santa Sede
Papa Leone XIV ha ricordato anche le azioni concrete già avviate dal Vaticano per promuovere la sostenibilità. Tra queste, ha citato:
– L’installazione di un maxi-impianto fotovoltaico sul tetto dell’Aula Paolo VI.
– La transizione verso veicoli totalmente elettrici all’interno dello Stato Vaticano.
“Questi interventi testimoniano la volontà della Chiesa di essere un modello di sostenibilità”, ha affermato, confermando che la cura del creato è una priorità non solo a livello teorico, ma anche pratico.
Un pontificato all’insegna della responsabilità ambientale
Il primo intervento pubblico di Papa Leone XIV mette in luce una visione chiara e determinata sul tema ambientale. Il nuovo Pontefice invita il mondo a una gestione più etica delle risorse, a un’economia più umana e a una cooperazione globale per affrontare la crisi climatica.
Le sue parole delineano un impegno concreto, che potrebbe ridefinire il ruolo della Chiesa nella sfida ecologica, con azioni e politiche che pongano la sostenibilità al centro del suo operato.
L’analisi della Banca d’Italia sul potenziale impatto dei dazi imposti dagli Stati Uniti sulle imprese italiane evidenzia elementi di vulnerabilità, ma anche fattori che potrebbero attutire le ricadute dirette nel breve periodo. La capacità di resistenza delle aziende dipende in gran parte dalla qualità delle esportazioni e dalla loro flessibilità nel contenere i costi. Ma quali potrebbero essere gli effetti più ampi di questa dinamica, soprattutto sul settore immobiliare e condominiale, direttamente influenzato dalle politiche commerciali e dai cambiamenti economici globali?
Imprese italiane esposte, ma resilienti
Gli Stati Uniti, con un valore di esportazioni italiane pari a 60 miliardi di euro nel 2024 (10,4% del totale), rappresentano un mercato strategico per la manifattura italiana. Secondo l’analisi di Bankitalia:
– Le esportazioni di prodotti di alta qualità (43%) e medio-alta (49%) rendono la domanda meno sensibile ai prezzi.
– Tuttavia, le imprese più piccole e con margini operativi ridotti sono maggiormente esposte alle conseguenze dei dazi.
– L’eventuale aumento dei prezzi causato dai dazi potrebbe portare a un calo del fatturato totale di circa un punto percentuale e a una lieve riduzione dei margini operativi medi.
Questa esposizione diretta delle imprese italiane ai mercati statunitensi è accompagnata da una componente indiretta legata alle catene produttive globali, che potrebbe amplificare l’impatto dei dazi in caso di restrizioni più severe sulla domanda globale o sui mercati finanziari.
Effetti sui settori casa e condominio: il legame con la proprietà immobiliare
Le dinamiche globali dei dazi potrebbero influire anche sul settore immobiliare e condominiale italiano, in particolare sotto i seguenti aspetti:
1. Costo dei materiali e tecnologie
L’Italia importa una parte significativa di materiali e componenti per l’edilizia e l’efficientamento energetico, che spesso rientrano in filiere globali legate agli Stati Uniti. L’inasprimento dei dazi potrebbe aumentare il costo di questi materiali, influendo direttamente sui lavori di riqualificazione energetica condominiale , già essenziali per rispettare normative come la Direttiva Case Green (EPBD IV). Questo scenario potrebbe frenare gli investimenti nella manutenzione straordinaria degli edifici, aumentando il costo degli interventi per i proprietari.
2. Impatto sui canoni e sulle spese condominiali
Una pressione sui margini delle imprese, causata da politiche protezionistiche, potrebbe riflettersi sulle bollette energetiche condominiali o sull’incremento dei costi operativi di gestione degli immobili. Anche il rincaro dei materiali di costruzione o l’aumento dei costi dei servizi potrebbe pesare sui bilanci condominiali, rendendo più oneroso il mantenimento delle proprietà immobiliari.
3. Mercato immobiliare e proprietà di pregio
Le politiche commerciali internazionali influenzano spesso l’interesse degli investitori stranieri verso il mercato immobiliare italiano, soprattutto quello di fascia alta. Qualsiasi incertezza legata alle tensioni commerciali e alla domanda globale potrebbe ridurre la liquidità del mercato, rallentando gli investimenti esteri in abitazioni di lusso o immobili di pregio.
Le opportunità per il settore casa e condominio
Nonostante le potenziali criticità, il settore casa e condominio può trovare nuove opportunità per attenuare l’impatto delle politiche dei dazi:
– Incrementare la filiera nazionale: Investire in produzioni italiane per materiali e tecnologie edili può ridurre la dipendenza dalle importazioni e stabilizzare i costi.
– Innovazione e digitalizzazione: Adottare strumenti digitali per la gestione degli edifici e dei condomini può migliorare l’efficienza operativa, contribuendo a contenere i costi di gestione anche in un contesto economico instabile.
– Riqualificazione e incentivi: le riqualificazioni energetiche condominiali, sostenute da incentivi statali o europei, rappresentano un volano per il settore e possono ridurre l’impatto di eventuali rincari globali.
Conclusioni
La fotografia tracciata da Bankitalia sottolinea la resilienza delle imprese italiane nei confronti dei dazi, ma le conseguenze potrebbero essere più ampie in caso di restrizioni globali prolungate. In questo scenario, è fondamentale monitorare l’impatto non solo sulla manifattura e sull’export, ma anche sul settore immobiliare e condominiale, che rappresentano un pilastro chiave per l’economia italiana e la qualità della vita urbana.
Affrontare con successo queste sfide significa combinare innovazione, efficienza e strategie di lungo termine per preservare il valore del patrimonio immobiliare italiano, garantendo al contempo sostenibilità economica e sociale per i proprietari e gli amministratori di condominio.
I dazi imposti dall’amministrazione Trump su acciaio e alluminio, con un incremento del 25% e 10% rispettivamente, hanno sollevato nuove incertezze per il settore edilizio italiano. L’aumento dei costi delle materie prime si ripercuote direttamente sui prezzi delle costruzioni e ristrutturazioni, con rincari stimati tra il 5% e il 10% sui progetti edilizi.
L’Unione Europea, in risposta, ha minacciato ritorsioni tariffarie, predisponendo contromisure su beni statunitensi per un valore di 3,2 miliardi di euro, mentre il Parlamento europeo ha approvato nuove tariffe compensative. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno sospeso i dazi per 90 giorni dal 10 aprile 2025, in attesa di negoziati con l’UE.
Se da un lato l’aumento delle tariffe USA crea difficoltà per le imprese italiane, dall’altro il surplus di acciaio dalla Cina e altri mercati extra-UE potrebbe offrire un’alternativa a prezzi più competitivi. Tuttavia, le aziende siderurgiche italiane, già provate dalla pandemia, subiscono una doppia pressione: meno esportazioni verso gli USA e maggiore concorrenza interna. Dal 2018, le esportazioni di acciaio italiano verso gli Stati Uniti sono diminuite del 17,9%, con un’ulteriore flessione durante la pandemia.
Oltre all’impatto sui costi e sulla produzione, le tensioni commerciali generano un clima di incertezza che frena gli investimenti edilizi. Secondo il WTO, il commercio mondiale potrebbe contrarsi dello 0,2% nel 2025, e fino all’ 1,5% in caso di un rialzo delle tariffe europee sospese. La minore stabilità economica può ridurre la propensione a investire in nuovi progetti infrastrutturali e immobiliari, rallentando la ripresa post-pandemia.
L’UE sta cercando strategie per contenere gli effetti dei dazi e garantire maggiore stabilità. Il commissario Dombrovskis ha sottolineato la volontà di una soluzione negoziata con gli USA, che potrebbe ridurre le barriere tariffarie e dare nuova sicurezza ai mercati. Parallelamente, si sta discutendo un piano di autonomia strategica , incentivando investimenti in acciaio europeo e rafforzando la filiera edilizia.
In sintesi, i dazi sui metalli rischiano di aumentare i costi per i cantieri italiani e ridurre i margini per i produttori nazionali, creando incertezza per gli investimenti edilizi. Tuttavia, il mercato globale potrebbe temporaneamente bilanciare il rincaro con un surplus di offerta, mentre una negoziazione tra UE e USA potrebbe offrire uno scenario più stabile per il settore. Nel frattempo, le imprese italiane devono gestire i rischi di approvvigionamento, diversificare i fornitori e monitorare da vicino le contromisure europee.
Dal 13 al 15 maggio 2025, il settore dell’edilizia tornerà a riunirsi virtualmente per la terza edizione di CostruirePiù, il convegno digitale di Ingegneria civile e Architettura, che affronterà le tematiche più rilevanti e le sfide imminenti del settore delle costruzioni. L’evento rappresenta un’occasione imperdibile per professionisti, aziende e stakeholder per confrontarsi sul futuro di un mercato in continua evoluzione, grazie ai massimi esperti in ambito accademico, istituzionale e associativo.
I temi di CostruirePiù si concentreranno su appalti, edilizia e rilancio del Piano Casa. Al centro del dibattito anche i temi legati alla decarbonizzazione, comprese le fonti rinnovabili, alla qualità dell’aria e al comfort abitativo. Spazio anche all’intelligenza artificiale e al design, declinato in varie accezioni. Senza dimenticare la sicurezza in cantiere e i temi sempre attuali di antincendio e antisismica.
Il programma del convegno, articolato in tre giornate, prevede sessioni tematiche che spaziano dagli appalti pubblici alle innovazioni tecnologiche, passando per la sostenibilità ambientale e la sicurezza sul lavoro.
L’evento si aprirà la mattina del 13 maggio con un approfondimento sulle dinamiche che stanno ridisegnando il settore dell’edilizia, a partire dalle recenti modifiche al Codice degli Appalti e dalle loro implicazioni per imprese e professionisti. Un’analisi dettagliata metterà in luce le novità normative e gli strumenti a disposizione per semplificare e rendere più efficienti le procedure di affidamento e realizzazione delle opere. A seguire, il focus si sposterà sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con un aggiornamento sulle risorse destinate al comparto edilizio e sulle prospettive future per il rilancio del settore, tra sfide operative e nuove opportunità di sviluppo.
Nel pomeriggio, l’attenzione sarà rivolta alle recenti modifiche al Piano Casa, con un’analisi approfondita delle nuove disposizioni e delle loro implicazioni per il settore edilizio. Si discuteranno le opportunità offerte dalle nuove normative e l’impatto sulle strategie di sviluppo urbano e residenziale. A seguire, verranno esaminate le soluzioni digitali che stanno rivoluzionando la gestione delle pratiche edilizie, semplificando le procedure burocratiche e migliorando l’efficienza operativa per professionisti e amministrazioni. Infine, il dibattito si concentrerà sulle sanatorie edilizie e sulla regolarizzazione degli immobili, affrontando le normative vigenti, le procedure necessarie e le responsabilità connesse, con l’obiettivo di fornire un quadro chiaro e aggiornato per il settore.
La giornata del 14 maggio sarà interamente dedicata alla transizione energetica sostenibile, con un focus sulle strategie per la decarbonizzazione e sull’integrazione delle energie rinnovabili nel settore edilizio. Si discuteranno le sfide e le opportunità legate alla riduzione delle emissioni di CO₂ e all’adozione di soluzioni più ecologiche nelle costruzioni. A seguire, verrà analizzato il ruolo dell’innovazione tecnologica nel migliorare le prestazioni degli edifici, con particolare attenzione ai sistemi intelligenti e alle nuove soluzioni per la garanzia del comfort IAQ e l’ottimizzazione dei consumi. Il dibattito proseguirà con un approfondimento sulle tecnologie ibride, il fotovoltaico e le pompe di calore, esaminando il loro impatto sulla qualità dell’aria interna e sul comfort abitativo. Infine, verrà proposta una panoramica sulle diverse fonti di energia rinnovabile, tra cui eolico, geotermia e idrogeno, evidenziandone il potenziale per un’edilizia più sostenibile e resiliente.
Il 15 maggio, terza e ultima giornata, inizierà con un’esplorazione del ruolo dell’AI nella progettazione, nella gestione dei cantieri e nella manutenzione delle infrastrutture, analizzando come queste tecnologie stiano trasformando il settore dell’ingegneria civile e dell’architettura. Il dibattito proseguirà con un focus sull’eco-design, approfondendo l’impiego di materiali sostenibili, le innovazioni nei processi produttivi e l’importanza dell’intero ciclo di vita dei prodotti nell’ottica di un’edilizia più responsabile. La giornata si concluderà con un ampio approfondimento sulla sicurezza, a partire dalle best practice per la prevenzione dei rischi nei cantieri, fino alle normative e soluzioni progettuali in ambito antincendio e antisismico. Verranno analizzate tecnologie e strategie per migliorare la sicurezza strutturale degli edifici e garantire la tutela degli operatori, evidenziando l’importanza di un approccio integrato alla gestione dei rischi nel settore delle costruzioni.
Modalità di partecipazione
CostruirePiù si conferma un appuntamento fondamentale per chi desidera rimanere aggiornato sulle evoluzioni del settore edilizio, con un’attenzione particolare alle tematiche della sostenibilità, dell’innovazione e della sicurezza.
CostruirePiù propone la formula del convegno digitale per poter offrire un’esperienza immediata, sicura e accessibile al maggior numero di operatori e professionisti sul territorio italiano. Coloro che non potranno partecipare ai Live potranno rivedere on demand le registrazioni del convegno, previa registrazione.
Per ulteriori informazioni e per iscriversi al convegno, visita il sito ufficiale: www.costruirepiu.it
In un mercato sempre più orientato all’efficienza energetica e alla sostenibilità degli edifici, è fondamentale saper distinguere tra soluzioni di isolamento termico realmente efficaci e proposte non tecnicamente verificate.
Il fenomeno dell’Isolwashing — termine coniato per analogia con il Greenwashing — consiste nell’indurre i consumatori a credere che un prodotto offra prestazioni di isolamento superiori a quelle reali. Questo comportamento non solo danneggia i consumatori, ma mina anche la credibilità dell’intero settore dell’isolamento termico.
Per questo motivo, e per aiutare i professionisti e i consumatori a fare scelte consapevoli, ANIT ha redatto un manifesto guida per la valutazione dei materiali isolanti basato su criteri oggettivi e verificabili.
Il manifesto sarà presentato e approfondito in un webinar in diretta streaming in cui interverranno gli esperti ANIT. Il webinar sarà trasmesso sul canale YouTube dell’Associazione in data 8 maggio 2025 e per partecipare è necessario iscriversi sul sito ANIT al link: https://www.anit.it/prodotto/convegni/efficienza-energetica-convegni/webinar-isolwashing/
In attesa di questo approfondimento, ANIT propone un questionario per introdurre il tema dell’Isolwashing e la sua diffusione tra i professionisti del settore, compilabile al link: https://www.anit.it/questionario-isolwashing/
Scegliere materiali isolanti con prestazioni certificate e verificate è fondamentale per garantire l’efficienza energetica degli edifici, il comfort abitativo e la riduzione dell’impatto ambientale.
Per non cadere nella trappola dell’Isolwashing è necessario informarsi, verificare e scegliere con cura.
Comunicato stampa Anit
Nelle compravendite immobiliari, uno degli adempimenti a carico dell’acquirente è senz’altro la scelta del notaio. Spetta generalmente a chi acquista scegliere il notaio e farsi carico delle spese notarili. Del resto, i notai nel nostro Paese agiscono come sostituti d’imposta. Ciò vuol dire che l’acquirente paga al notaio non soltanto l’onorario da questi richiesto per la prestazione professionale erogata ma anche le tasse associate all’operazione svolta.
La scelta del notaio a cui affidare l’atto notarile di compravendita è, dunque, tutt’altro che banale. Per fortuna, oggi esistono anche piattaforme online, come ad esempio Prezzinotaio.it, che possono agevolare l’utente nella ricerca del professionista a cui affidarsi.
Come ben descritto in questo articolo di approfondimento (https://www.prezzinotaio.it/tariffe/preventivi-notaio), l’invio di una richiesta di preventivo è solitamente il primo passaggio da compiere. Per poter valutare l’opzione più conveniente è consigliabile procurarsi almeno tre o quattro preventivi.
Chiaramente, grazie ai mezzi che la tecnologia mette a disposizione, oggi è possibile procurarsi un preventivo in maniera molto più veloce rispetto al passato. Questo vuol dire che non dovrai necessariamente recarti di persona presso ogni singolo studio notarile. Molto spesso, è sufficiente fare una telefonata allo studio o, ancora meglio, inviare una e-mail.
Per trovare i recapiti dei notai della tua città potresti fare una ricerca su applicazioni di uso comune come Google Maps. È, infatti, molto probabile che il notaio abbia una scheda su Google in cui siano presenti informazioni come numero di telefono dello studio, indirizzo ed, eventualmente, sito web.
Non aspettarti che ogni notaio sia dotato di un sito web. Solo in pochi hanno deciso di dotarsi di strumenti del genere, anche in virtù del fatto che per questa categoria professionale vigono molte limitazioni dal punto di vista delle attività pubblicitarie e promozionali.
In ogni caso, è innegabile che uno studio notarile provvisto di sito web rappresenta, agli occhi di un potenziale cliente, un ottimo biglietto da visita.
Ci sono, comunque, altre piattaforme online, come ad esempio il portale del Consiglio Nazionale del Notariato, dove è possibile accedere agli elenchi dei notai suddivisi per provincia. Per ogni notaio è presente una scheda che riporta le informazioni anagrafiche del pubblico ufficiale e i dati di contatto.
Per velocizzare i tempi, consigliamo di inviare una richiesta via e-mail. L’ideale sarebbe trasmettere una comunicazione tramite Posta Elettronica Certificata ma se non hai un account PEC puoi utilizzare anche la posta elettronica tradizionale.
La presenza di una traccia scritta garantita da una e-mail è da preferire rispetto ad altre soluzioni comunicative. Va da sé che è importante essere chiari nel testo della e-mail.
Se stai cercando un notaio per una compravendita immobiliare diamo per scontato che tu abbia già individuato l’immobile da acquistare. Potresti addirittura aver fatto una proposta d’acquisto e firmato un preliminare di vendita.
Questo vuol dire che, molto probabilmente, sei già in possesso di informazioni importanti come:
● Prezzo dell’immobile;
● Tipologia di venditore (privato o costruttore).
Tali informazioni, però, non sono sufficienti ai fini dell’elaborazione di un preventivo notarile. Al notaio serve, infatti, sapere se, ad esempio, chi acquista può avvalersi dei benefici relativi alla prima casa.
Al di là di ciò che potresti dichiarare sotto la tua responsabilità, servono documenti che consentano al notaio di avere un quadro più ampio dell’immobile oggetto di contrattazione.
Uno di questi è, senza dubbio, la visura catastale. Ti anticipiamo sin da subito che, senza questo documento, è pressoché impossibile che un notaio possa preparare un preventivo.
Ciò in quanto la visura catastale riporta, tra le altre informazioni, anche la rendita catastale dell’immobile, indispensabile per il calcolo del valore catastale dell’edificio e, dunque, delle tasse che dovrai pagare.
È importante che tu sappia sin da subito che nel preventivo del notaio difficilmente verrà fatta una distinzione tra onorari e imposte. Quasi certamente ti verrà indicata la cifra complessiva da pagare e che, dunque, comprende tutte le spese.
In ogni caso, ti consigliamo di procurarti anzitempo la visura catastale, chiedendola al venditore dell’immobile o, in caso di compravendita mediata da agenzie immobiliari, all’agente immobiliare che si sta occupando dell’operazione.
Altrettanto importante è mettere al corrente il notaio della presenza o meno di un finanziamento bancario. Infatti, non tutti sanno che, in caso di mutuo, il notaio sarà incaricato della redazione di due atti notarili. Il primo è quello legato alla compravendita vera e propria e viene sottoscritto dall’acquirente e dal venditore. Il secondo, invece, coinvolge solo acquirente e istituto di credito.
Dunque, in presenza di mutuo, il notaio dovrà fare i conti con un carico di lavoro maggiore da sbrigare, in quanto sarà necessario interfacciarsi con l’istituto di credito che erogherà il finanziamento e inviare allo stesso la relazione notarile preliminare.
In sostanza, maggiore è il numero di informazioni che riuscirai a fornire al notaio, presumibilmente minori saranno i tempi di risposta.
Se vuoi risparmiare sulle spese notarili è probabile che tu possa orientarti verso il notaio che ti proporrà il preventivo più basso. Si tratta di una scelta del tutto legittima anche perché è difficile, per un comune cittadino, dubitare delle capacità e delle competenze di un pubblico ufficiale.
In ogni caso, prima di prendere una decisione definitiva, ti consigliamo di acquisire informazioni sui vari studi notarili a cui ti sei rivolto, cercando di comprendere se godono o meno di buona fama.
Per non rallentare eccessivamente i tempi della compravendita, di per sé spesso non propriamente brevi, ti consigliamo di non tergiversare troppo nella scelta del notaio. Dopo aver preso la tua decisione, dovresti darne quanto prima comunicazione allo studio notarile, il quale ti fornirà tutte le informazioni su eventuali ed ulteriori documenti da inviare.